Bari? Si visita in risciò!
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Bari? Si visita in risciò

Sì avete proprio letto bene. In risciò. Anche se non siamo in oriente, a Bari si può visitare la città da una prospettiva diversa, ovvero a bordo di una bici-risciò.

Il servizio è effettuato con un risciò con bicicletta elettrica. L’originale idea l’anno avuta due ragazzi che, nel 2008, con un finanziamento della Regione Puglia hanno aperto questa attività, chiamandola Velo Service. Attualmente possiedono 7 risciò a Bari e 3 a Lecce. Un modo diverso ed ecologico per visitare la città. I tour attraversano la vecchia Bari, entrando in contatto con i suoi abitanti e le tradizioni locali. Oltre a visitare monumenti e chiese, si effettua anche un vero e proprio percorso enogastronomico, degustando prodotti a km.0.

Il nostro viaggio in risciò parte dal Grande Albergo delle Nazioni, leggendario hotel, completamente ristrutturato e riaperto nel 2012, soprannominato dai baresi il “translatlantico” e dichiarato patrimonio storico del Ministero per i Beni Culturali. Nel 1957 la grande hall diventa sede del ‘Teatro Circolare’ e ritrovo dell’intellighenzia barese. Negli anni settanta viene scelto come set cinematografico del film ‘Polvere di Stelle’ con Alberto Sordi e Monica Vitti. Molti sono i richiami al mondo cinema, sia nell’arredamento in stile “telefoni bianchi”, sia nelle varie sale dedicate ad attori italiani.

Cecilia, la nostra driver nonché guida, ci conduce sul lungomare fino alla prima tappa al mercato del pesce, dove gustiamo la colazione alla barese, ovvero un piatto di pesce crudo composto da ostriche, cozze, seppioline, moscardini, scampetti e ricci di mare conservati nell’acqua di mare e conditi semplicemente con limone.
C’è anche un piccolo bar chiamato dai giovani chiringuito, perché è il luogo dove si ritrovano i ragazzi all’ora aperitivo.

Passiamo dal Teatro Petruzzelli, il più grande teatro privato d’Europa e il quarto per grandezza in Italia, purtroppo andato a fuoco nel 1991, ma fortunatamente riportato agli antichi splendori e ora sede di spettacoli di alto livello e anche del BiFest, il Bari International Film Festival, che ospita ogni anno attori e registi di fama internazionale. Da piazza Mercantile, ci introduciamo nella vecchia Bari, passando dalla Colonna della Giustizia o dell’Infame, una sorta di gogna cittadina, proprio accanto al Palazzo del Sedile, sede del parlamento barese.

Tra vicoli e stradine costellati da panni appesi ad asciugare da una finestra all’altra e ai balconi, arriviamo alla Basilica di San Nicola dove convivono due religioni quella cristiana e l’ortodossa. Esempio tipico di architettura romanico pugliese, la cripta ospita la tomba di San Nicola. La leggenda narra che la basilica sarebbe stata costruita per celare il Sacro Graal, il calice dal quale Cristo bevve nel giorno dell’Ultima Cena con gli apostoli. A fondamento di questa leggenda Bari era il porto dal quale crociati e gente di ventura partivano per la Terrasanta, quindi era ritenuta una città ai margini dell’impero, ma nello stesso tempo pregna di sacralità.

La nostra seconda tappa gastronomica, a due passi dalla basilica, è all’Antico Panificio Fiore nato nel 1908 sui resti di una chiesa bizantina, dove assaggiamo una squisita focaccia cotta a legna, morbida e al tempo stessa fragrante, ricoperta di pomodoro e olive e condita con olio extravergine d’oliva. Una verà bontà. Antonio Fiore, quarta generazione dello storico panificio, ci mostra il grande forno che occupa tutta un’intera parete e che sforna tutto il giorno focacce baresi, calzoni, panzerotti e taralli. Proseguiamo il nostro tour in risciò con la visita alla Cattedrale di San Sabino, un altro esempio di architettura romanico pugliese, edificato sulle rovine della precedente chiesa bizantina. Nella cripta, in stile barocco, sono conservate le reliquie di San Sabino e la tavola della vergine dell’Odegitria, che al tradizione vuole dipinta da S.Luca.

Cecilia ci conduce alla seconda degustazione: burrata, bocconcini di mozzarella, stracciatella, olive e formaggio di pecora accompagnata da un bicchiere di Negramaro presso una gastronomia e rosticceria nel cuore della città vecchia. Riprendiamo la strada che ci conduce al bellissimo Castello Svevo, costruzione voluta dal re normanno Ruggero, nonno di Federico II di Svezia. Oggi il castello si presenta circondato dall’antico fossato, che corre lungo tre lati, ad eccezione della fascia settentrionale, un tempo bagnata dal mare; oltre il fossato c’è la cinta di difesa, di epoca aragonese, munita di grandi bastioni angolari a lancia.

L’ultima fermata golosa è in via Arcobasso, vicolo dove le donne preparano le orecchiette per strada e le vendono a privati e ristoratori. Nunzia Caputo, una simpatica signora ci mostra in diretta come preparare orecchiette o strascinet (come vengono chiamate a Bari) impastate solo con acqua e semola di grano duro, e poi cavatelli, cappelli del prete (orecchiette giganti) e fascinet (fusilli lisci). Nunzia mi fa anche provare a preparare le orecchiette ma mi escono i cavatelli, beh sempre pasta pugliese è o no?

Salutata Nunzia ci rechiamo al Musass – Museo di Santa Scolastica, che raccoglie circa 30.000 reperti archeologici tra ceramiche, terracotte, bronzi, monete, vetri ed ambre. Concludiamo in bellezza il nostro tour della città con una passeggiata sulle mura, fino alla Bari Murattiana, voluta proprio da Murat nel 1813, con grandi strade e bellissimi palazzi, un quartiere che ricorda un po’ la capitale francese. Non a caso esiste un detto barese che dice: “Se Parigi teniv ‘u mare, iev ‘na piccola Ber(Se Parigi avesse il mare, sarebbe una piccola Bari).

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