Trieste è una città, secondo me, sottovalutata, che invece merita di essere visitata e di trascorrervi qualche giorno.
Multietnica e mitteleuropea, ha un fascino nascosto e bisogna scoprirlo immergendosi nella vita della città e dei suoi abitanti, d’altra parte se ha attirato artisti e scrittori come James Joyce e Stendhal ci sarà pure un motivo.
Ecco i 10 motivi, secondo me, per i quali dovreste visitare Trieste:
1) Castello di Miramare
Lo si scorge già dalla strada panoramica che porta a Trieste e anche dalla ferrovia. Situato sul promontorio di Grignano, a circa 6 km dal centro storico, e circondato da un rigoglioso parco, il Castello di Miramare risale alla metà dell’Ottocento, ed è stato costruito per volontà dell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo per abitarvi con la moglie Carlotta del Belgio. Il nome deriva dallo spagnolo “mirar el mar”, l’arciduca infatti, visitando il promontorio dove è stato costruito, fu ispirato dal ricordo dei castelli spagnoli costruiti a picco sull’Oceano Atlantico. Il castello è stato trasformato in museo, e al suo interno si possono ammirare le stanze con gli arredi originali risalenti alla metà del XIX secolo abitate dall’arciduca e dalla consorte. Suggestivo il parco di 22 ettari, i cui i triestini utilizzano per fare passeggiate, correre o prendere il sole, caratterizzato da un’ampia quantità di piante scelte dallo stesso arciduca durante i suoi viaggi in mare attorno al mondo, compiuti come ammiraglio della marina militare austriaca.
2) Desidera un caffè?
Sapete quanti sono i modi per bere un caffè a Trieste? Tantissimi! Difficile ricordarli. Ma ce n’è uno molto particolare che non scorderò: il caffè con il bicchierino di cioccolata del Caffè degli Specchi, un vero must!
I triestini sono così legati a questa bevanda che hanno addirittura coniato un lessico per descriverli. Per cui se a Trieste volete ordinare un caffè, segnatevi quanto segue:
– un caffè espresso in tazzina, devi ordinare un NERO
– un caffè espresso in bicchiere, devi ordinare un NERO IN B
– un caffè espresso decaffeinato in tazzina, devi ordinare un DECA
– un caffè espresso decaffeinato in bicchiere, devi ordinare un DECA IN B
– un caffè espresso macchiato in tazzina, devi ordinare un CAPO
– un caffè espresso macchiato in bicchiere devi ordinare un CAPO IN B
– un caffè espresso decaffeinato macchiato in tazzina devi ordinare un CAPO DECA
– un caffè espresso decaffeinato macchiato in bicchiere devi ordinare un CAPO DECA IN B
– un caffè con una goccia di schiuma di latte devi ordinare un GOCCIA
Per citare altri caffè storici, a due passi da piazza Unità d’Italia, c’è il Tommaseo, fondato nel 1830 da Tommaso Marcato, che fu anche il primo ad introdurre il consumo di gelato in città. Se invece volete portare con voi un po’ di aroma di caffè e gustarvelo tra le quattro mura di casa vostra, l’indirizzo giusto è Guatemala Torrefazione, che ha un laboratorio ed un punto vendita a poca distanza uno dall’altro. E’ una piccola torrefazione artigianale, che seleziona il miglior caffè crudo al mondo, lo tosta e crea anche delle miscele personalizzate perché, come affermano i proprietari, “il caffè è perfetto solo se è disegnato sulla mappa di ciascun gusto”. Io vi consiglio il 100% Arabica e, mi raccomando, quando lo aprite, poi conservatelo in frigorifero!
3) Piazza Unità d’Italia
E’ la piazza aperta sul mare più grande d’Europa, perché quando si arriva dal mare sembra che la città ti accolga a braccia aperte. Nata come piazza San Pietro per la presenza di una chiesetta, divenne poi piazza Grande e, nel 1918, Piazza Unità. Dopo la fine della seconda guerra mondiale e il ritorno all’Italia del “Territorio libero di Trieste“, prese il nome definitivo di Piazza Unità d’Italia. Molto belli e imponenti i palazzi che la circondano: Palazzo della Luogotenenza austriaca sede della Prefettura, Palazzo Stratti con il famoso Caffè degli Specchi, Palazzo Modello, sede del Municipio, Palazzo Pitteri (il più antico della piazza) l’albergo in Palazzo Vanoli, e il Palazzo della Regione da sempre di proprietà della compagnia di navigazione Lloyd Triestino. Nella piazza c’è la Fontana dei Quattro Continenti costruita tra il 1751 e il 1754. Le figure sono un’allegoria dei quattro continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America). Il richiamo a figure “straniere” non era gradito a Mussolini, tanto che nel 1938, in occasione della sua visita a Trieste, la fontana fu rimossa. Di notte la piazza è illuminata con delle lucine azzurre poste sul selciato che riprendono il colore del mare ( un tempo infatti l’acqua arrivava fino a lì).
4) Museo Revoltella
E’ ospitato nel Palazzo di Pasquale Revoltella, uno dei personaggi più autorevoli e rappresentativi della Trieste imperiale, imprenditore e finanziere di origine veneziana, svolse una parte di primo piano sia nella vita economica e politica della città. Nel suo testamento dispose di lasciare alla città il suo palazzo e la sua collezione d’arte, che con l’aiuto di una cospicua rendita lasciata sempre dallo stesso, si è arricchita anno dopo anno, con opere di artisti come Hayez, Morelli, Favretto, Nono, Palizzi e Previati, ed anche molti stranieri. Al terzo piano del Museo Revoltella si trova la galleria d’arte moderna con i nomi più rilevanti del ‘900 italiano, tra cui Casorati, Sironi, Carrà, Mascherini, Bolaffio, Morandi, De Chirico, Manzù, Marini, Fontana e Burri. Periodicamente io museo ospita delle mostre temporanee. Attualmente se ne possono visitare due: Monaco, Vienna, Trieste, Roma, Il Primo Novecento al Revoltella, curatore Susanna Gregorat, fino al 2 settembre 2018 e Zoran Music – Occhi Vetrificati, fino al 2 aprile 2018, a cura di Laura Carlini Fanfogna, una serie inedita di 24 disegni che l’artista realizzò nel 1945 mentre era deportato a Dachau.
5) La Grotta delle Torri di Slivia
Il luogo si raggiunge con l’agribus, un divertente trattore con rimorchio. La Grotta delle Torri di Slivia è profonda oltre 100 metri nella cavità del Carso Triestino e vi si accede attraverso una scalinata di 200 gradini, dove si possono ammirare stalattiti e stalagmiti, circondati da un paesaggio quasi infernale. Nel 2012 i giovani proprietari del’azienda agricola hanno deciso di investire nella riapertura al grande pubblico, e visto l’affluenza si può dire che l’esperimento sia riuscito. Dal 2017 Le Torri di Silvia fa parte dell’AGTI, Associazione delle Grotte Turistiche Italiane, ed è l’unico caso in Italia di grotta turistica di proprietà privata. Alla fine del percorso una piacevole sorpresa: una degustazione di vini autoctini Malvasia e Terrano e formaggio Jamar e al pepe.
6) Salone degli Incanti – Ex Pescheria
L’ex-Pescheria Centrale – Salone degli Incanti in Riva Nazario Sauro 1, edificata nel 1913, ad opera dell’architetto Giorgio Polli, è una struttura aperta sul mare quasi interamente libera da strutture portuali, e con la portata di un hangar p di un grande deposito (a me ricorda il Covent Garden di Londra) e quindi adatta ad ospitare il Centro Espositivo d’Arte Moderna e Contemporanea. Fino al 1 maggio 2018 si può visitare “Nel mare dell’Intimità”, l’Adriatico raccontato attraverso l’archeologia subacquea con un migliaio di reperti provenienti da giacimenti sommersi e prestati per l’occasione da musei italiani, sloveni, croati e montenegrini.
7) Il pinguino Marco
Il pinguino Marco arriva a Trieste nel 1953, imbarcato o meglio “rapito” in Sud Africa dai marinai della motonave Europa del Lloyd Triestino e portato nell’Aquario dove rimase per ben 32 anni amato e coccolato da tutti e diventando presto la mascotte di Trieste. Tutti i giorni il pinguino si recava zampettando nella vicina pescheria dove riceveva qualche pesciolino e si metteva addirittura in posa per qualche foto con i bambini o i turisti. Tentarono anche di farlo “sposare” con una pinguina, ma non ci fu nulla da fare e alla sua morte nel 1986, sottoposto ad autopsia, scoprirono che in realtà Marco era una femmina! La sua storia è raccontata nel libro Marco il pinguino di Trieste di Roberto Covaz edito da MGS Press, casa editrice triestina nata nel 1986 e con un catalogo di oltre 400 titoli pubblicati.
8) Cattedrale di S.Giusto
La Cattedrale di San Giusto è la chiesa più importante di Trieste e si trova sull’omonimo colle che domina la città. La chiesa è il risultato dell’unione della Chiesa di Santa Maria e di quella dedicata a San Giusto avvenuta negli anni tra il 1302 e il 1320. L’interno è a cinque navate con splendidi affreschi di scuola veneziana nell’abside della navata di sinistra (Madonna in trono con il figlio benedicente e gli arcangeli Michele e Gabriele). Anche la navata centrale è decorata con un mosaico (Cristo fra i Ss. Giusto e Servolo) della fine del secolo XIII. Nella Cappella del Tesoro è custodita l’alabarda di S.Sergio, diventata l’emblema della città e portata a Trieste dai reduci della prima Crociata. Pare che l’arma-reliquia non tolleri né la ruggine né la doratura. S.Giusto è anche il patrono di Trieste.
9) Azienda Agricola Parovel
L‘azienda Parovel è guidata dai fratelli Elena ed Euro Parovel, quarta generazione di una famiglia che sin dal 1898 ha prodotto vino e olio extravergine d’oliva. Si trova a San Dorligo della Valle, ai piedi della Val Rosandra, una posizione favorevole che, unita alla qualità delle viti, al suolo e al clima temperato, fa sì che il vino prodotto sia di ottima qualità. I vitigni coltivati sono la Vitovska, la Malvasia istriana, la Glera, il Terrano e il Refosco dal Peduncolo Rosso della linea Barde, mentre gli oli Ul’Ka Rozo’ e Macké vemgono realizzati con olive di varietà Bianchera e Belica. Qui l’eclettica Elena mi ha fatto cenare alla maniera dell’Osmiza: una degustazione di vino, salumi e formaggi della tradizione locale e altre bontà che si svolge direttamente dove vengono prodotti. Ho assaggiato anche un particolarissimo liquore alle olive.
10) Un bagno alla Lanterna
A Trieste è conosciuto con il nome di “el pedocin” , perché pare che i soldati di Francesco Giuseppe venissero a togliersi i pidocchi proprio in questo tratto di mare. Progettato a fine Ottocento e inaugurato nel 1903, La Lanterna è l’unico stabilimento in Europa ad essere ancora diviso per uomini e donne (con bambini fino ai 12 anni). Dispone di servizi e docce, di un locale infermeria per le prime cure di pronto soccorso, di spogliatoi (non custoditi) e deposito materiale da spiaggia. E’ aperto tutto l’anno, ma la balneazione è consentita solo dal 1° giugno al 30 settembre. Nella zona donne-bambini è aperto durante la stagione estiva un punto di ristoro. E’ privo di barriere architettoniche. Il prezzo per entrare è veramente esiguo: si paga 1 euro al giorno o 9 euro per la tessera mensile. Se volete immergervi nell’atmosfera dei triestini doc questo è il posto adatto.
Se volete visitare la città con una guida, potete rivolgervi all’Associazione Guide Turistiche FVG, Tel. 040 314668, info@guideturistichefvg.com
Photo Credits @Marco Milani
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