Clementina, con l'Ambasciatore e Babak
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I 4 film Premio per la Pace presentati all’Ambasciata Svizzera a Roma

“Il cinema è uno strumento potente: attraversa confini, dà voce agli invisibili, stimola il dialogo e la riflessione” così ha esordito l’Ambasciatore di Svizzera Roberto Balzaretti, che ha organizzato un evento dedicato al Cinema e ai Diritti Umani, presso l’Ambasciata Svizzera di Roma. Sono stati proiettati gli estratti dei seguenti film EN CAMINO della regista Isabella Cortese che ha vinto nel 2021, ÇERX del regista Metîn EWR (2022), STAI FERMO LÌ di Clementina Speranza vincitore nel 2023 e SHALOM – SALAAM – PEACE di Alexia Tsouni che ha ritirato il premio nel 2024 ed era presente in sala. I film sono di lunghezze e tematiche differenti, sono uniti da un comune denominatore: il messaggio di pace e i Diritti Umani violati. È la prima volta che tutti e 4 i film vincitori del Premio per la Pace vengono presentati insieme.

“I 4 film che hanno vinto il nostro premio parlano di temi diversi: libertà di espressione e protezione delle minoranze, rispetto dei diritti delle donne e dei diritti umani per la promozione della pace specialmente nella prevenzione dei confini” ha aggiunto sempre Roberto Balzaretti, Ambasciatore svizzero “I film premiati raccontano storie di disuguaglianze, di discriminazioni, di violenze, di impunità, di mancanza di diritti fondamentali. Sono onorato di poter celebrare il talento dei registi, degli autori e di rendere omaggio a chi attraverso l’arte stimola il dibattito pubblico. Loro sanno che la comunicazione attraverso le immagini crea un ponte tra lingue e culture diverse, sanno che abbattono barriere, promuovono empatia e solidarietà. Pertanto meritano il nostro rispetto e il nostro sostegno”.

presdentazione film premio per la Pace

Il talk è stato moderato dall’Ambasciatore Balzaretti e hanno preso parte Maurizio Del Bufalo, Direttore del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli e la regista-giornalista Clementina Speranza, vincitrice del Premio per la Pace 2023.

“Il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, avviato nel 2006 in Albania e poi giunto a Napoli nel 2008, affonda le sue radici nella tradizione artistica/militante del Sudamerica e, in generale, dei Paesi poveri” ha spiegato Maurizio Del Bufalo “Dal 2009 apparteniamo allo Human Rights Film Network di Amnesty International e abbiamo un’intensa attività di promozione di campagne per sostenere la lotta e la resistenza di individui e minoranze soggetti ad abusi di potere o a violazioni dei Diritti fondamentali. Quello che noi chiamiamo Cinema-azione”.

In sala: l’Ambasciatore dell’Ecuador in Italia Esteban Assar Moscoso Bohman, parlamentari, avvocati, giornalisti e molti personaggi del mondo del cinema: le attrici Livia Bonifazi e Isabel Russinova, quest’ultima con il marito regista Rodolfo Martinelli Carraresi, Alina Trabattoni direttrice artistica del Festival Atena Nike, Nino Carè uno dei montatori di STAI FERMO LÌ, Piero Pacchiarotti direttore dell’international Tour Film Festival (ITFF), manifestazione cinematografica di cui sono Presidente di giuria per la sezione Turismo.

Pacchiarotti, Speranza e Babak

“È stato un onore partecipare a questo incontro in qualità di Presidente dell’International Tour Film Fest” ha affermato Piero Pacchiarotti “Credo fermamente che il cinema sia un catalizzatore di dialogo e solidarietà internazionale, un ponte tra culture, un potente mezzo per difendere i diritti umani in grado di stimolare una consapevolezza globale, perché ogni storia raccontata può dare la giusta ispirazione per portare un cambiamento positivo e duraturo nel mondo. Voglio evidenziare come il documentario ‘Stai fermo lì’ di Clementina Speranza, pellicola, selezionata al nostro festival, sia un’opera potente che racconta l’odissea di Babak Monazzami, artista persiano che ha vissuto sulla propria pelle la repressione e la negazione delle libertà fondamentali in Iran. Questo docufilm rappresenta non solo un racconto personale di coraggio e resistenza, ma anche un importante messaggio di solidarietà verso chi lotta per i diritti umani e la libertà nel mondo. Siamo quindi orgogliosi di aver ospitato e promosso ‘Stai fermo lì’ anche presso la nostra manifestazione che annualmente si tiene in Corea del Sud presso il museo di Arte Moderna della Città di Ulsan. L’International Tour Film Festival ha consolidato negli anni questa preziosa collaborazione che ormai rappresenta una tappa significativa del nostro tour internazionale. Questo scambio culturale rafforza il dialogo tra Italia e Corea, permettendo di portare storie di grande valore sociale e umano come quella di Babak a un pubblico internazionale e di promuovere una condivisione artistica e culturale di alto livello”.

Clementina Speranza

Nel documentario ‘Stai fermo lì’ si racconta di diritti violati, prima in Iran e poi in Europa, in Germania.
“Conoscevo la storia di Babak e ho sentito l’obbligo di aiutarlo” ha spiegato Clementina Speranza “Umanamente e deontologicamente non potevo stare in silenzio. Il mancato riscontro mediatico, mi ha portata a dargli voce puntandogli la telecamera, registrando. Non sapevo ancora cosa fare di quel materiale, non ho subito pensato a un documentario, ho semplicemente registrato. Non c’era un ciak, iniziavo dicendogli ‘dai cominciamo’, e forse è per questo che sono uscite tante emozioni. Le stesse che hanno interrotto numerose volte il girato. E poi penso che far conoscere storie di diritti umani violati sia un modo per sensibilizzare e fare comprendere il dolore di chi ha sofferto. E questo aiuta a promuovere il rispetto”.

La regista ha parlato anche dei pregiudizi e degli stereotipi verso i rifugiati politici. “Dante Alighieri, Niccolò Machiavelli, Victor Hugo, Albert Einstein, Sigmund Freud, Frederyk Chopin, Richard Wagner, Marlene Dietrich, Freddie Mercury (anche lui iraniano) erano personaggi che si sono distinti nell’arte e nella scienza. E tutti rifugiati politici, ma lo stereotipo di rifugiato politico nell’immaginario collettivo, purtroppo per ignoranza, è diverso. In tanti pensano siano clandestini, privi di competenze e miseri. Il diritto alla dignità viene violato quando si è giudicati in base a pregiudizi e si è discriminati. Il film vuole anche smentire lo stereotipo: Babak è colto, parla 6 lingue, è un artista poliedrico e ama indossare la giacca. Anche il pregiudizio è violazione dei diritti umani” ha concluso Clementina Speranza.

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