“Donne di Crema” è un progetto tutto al femminile. E’ stato creato da una donna, la fotografa Monica Antonelli in arte Monimix, ha come protagoniste le donne ed è rivolto alle donne, a quelle che si sottovalutano, a quelle che sono piene di dubbi, che si vergognano a raccontare i loro problemi, a quelle che soffrono, ma anche a quelle felici, soddisfatte e realizzate. Perché ogni donna ha una storia da raccontare, ogni donna è diversa da un’altra e può essere d’aiuto o d’esempio per altre donne.
Entusiasta ed attratta dal progetto ho deciso di partecipare anch’io. Il primo step è stato l’incontro con Monica, che per via delle limitazioni dei vari DPCM, è avvenuto online. La “chiacchierata” in cui mi sono raccontata, alla fine è durata quasi due ore. Monica ti mette a tuo agio, e con delicatezza, in punta di piedi, entra nella tua vita e ti ascolta.
Il secondo passo è la sessione fotografica, ci siamo incontrate finalmente domenica 7 marzo, il mio numero fortunato, una bellissima giornata di sole, anche se l’aria era frizzantina.
Ho scelto come location Palazzo Benvenuti Arrigoni Albergoni, per diversi motivi: per il bellissimo cancello, per l’interno che mi ricorda un hotel particulier, anche se siamo a Crema nella Pianura Padana. E anche per la luce perfetta che c’era in quel momento particolare della giornata.
La mia intervista a Monica Antonelli:
Come è nato il Progetto Donne di Crema e di cosa si tratta?
L’idea di realizzare questo progetto nasce dalla mia grande passione per il ritratto fotografico, in particolare il ritratto femminile, e dal forte legame con un luogo a me molto caro: Crema. Da sempre sono affascinata dagli aspetti psicologici del ritratto, amo indagare l’animo umano e le sue reazioni nel momento in cui un obiettivo fotografico entra nella scena. Come reagisce una donna davanti ad una macchina fotografica? Una reazione molto diffusa è quella legata al disagio, al timore di non riconoscersi in quell’immagine raffigurata e di non piacersi. Dopo anni di ritratti e di studi mi sono chiesta come poter aiutare realmente le donne a vivere con serenità la fotografia. Nasce da qui l’idea di raccontare le donne, creando una sessione fotografica completamente dedicata a loro. Una lunga chiacchierata con cui conoscersi e instaurare un rapporto di fiducia basato sull’ascolto attento della loro storia personale e, solo come atto finale, una breve sessione fotografica in cui realizzare un ritratto naturale, spontaneo e istantaneo. Le donne appaiono più a loro agio, dopo essersi raccontate, si mostrano per ciò che sono e mostrano sorrisi aperti e sinceri. Il racconto che ne esce non è solo quello delle donne, ma anche il loro forte legame con la città in cui vivono e che amano profondamente.
Come si evolverà il progetto “Donne di Crema” quando avrai terminato di ritrarre tutte le donne?
Il mio obiettivo è quello di arrivare a ritrarre 100 donne. Al termine di questo percorso vorrei realizzare una grande mostra in cui esporre tutti i ritratti, in un luogo simbolo di Crema. Visto il periodo precario che stiamo vivendo, non è ancora possibile fare previsioni sul futuro in ambito eventi. Accanto a questo obiettivo, lavoro ad un ulteriore sviluppo del progetto, perché vorrei realizzare anche un libro fotografico che raccolga, oltre alle immagini, anche le storie di queste donne meravigliose.
Parlami di te, come è nata la passione per la fotografia?
La passione per la fotografia credo sia nata fin da bambina, quando mia zia mi ha regalato una di quelle macchine fotografiche giocattolo in cui premendo un tasto vedevi scorrere delle fotografie. Una passione che per alcuni anni è stata poi accantonata, per poi riesplodere parecchi anni più tardi, con l’avvento del digitale. Da quel momento non mi sono più fermata, trasformandola poi in un lavoro.
Prediligi un soggetto particolare nei tuoi scatti o trovi spunto in tutto ciò che vedi?
Sicuramente il soggetto che preferisco sono le persone. Amo osservare le loro espressioni, i movimenti, i cambi di espressione, cercare di capire come si sentono in quel momento e cosa cambia in loro quando tra noi si pone la macchina fotografica. Attraverso la fotografia ho la possibilità di studiare il soggetto che ho davanti, ascoltarlo per poter entrare in empatia con esso e cercare di raccontarlo al meglio attraverso il ritratto. Quello che sto facendo con il progetto “Donne di Crema” è proprio questo: ascoltare la persona che ho davanti, mentre mi racconta di sé e della sua storia, entrare nel suo mondo, per poche ore, per conoscerla meglio e poterla poi ritrarre nel modo più spontaneo possibile.
Se tu dovessi definirti con tre aggettivi, quali sceglieresti e perché?
Risposta non facile! Ho sempre detto di essere “tutto e il contrario di tutto” perché ho sempre avuto un carattere contrastante: da un lato timida e sognatrice, dall’altro pratica e indipendente. Amo circondarmi di persone che trovo stimolanti, ma al tempo stesso ho bisogno dei miei momenti solitari. Perennemente in bilico tra parte emotiva e anima razionale, penso un sacco, per poi agire d’istinto, con risultati a volte opinabili. Questi tre aggettivi con cui potrei definirmi oggi, potrebbero essere già diversi domani. D’istinto ti direi: ottimista, curiosa e gentile. Per me la gentilezza è una caratteristica fondamentale, mi riesce naturale esserlo e non mi costa fatica. Guardandomi attorno credo che le persone stiano un po’ perdendo questo tratto caratteriale ed è un vero peccato.
Tra i fotografi del passato e quelli del presente, quali ami di più e a cui ti sei ispirata?
Tra i fotografi più recenti senza dubbio Peter Lindbergh (mancato da un paio d’anni) per la sua visione della donna: ha fatto della bellezza autentica il suo punto fermo. Ha sempre ritratto donne famose (attrici e modelle) senza coprirle con troppo trucco, ma sempre interpretandole in maniera naturale, restituendoci immagini raffinate e dal forte impatto. I suoi ritratti hanno una forza unica. La persona ritratta è reale, non hai la percezione che vi sia finzione nei suoi scatti. La sua bravura stava nel catturare la spontaneità di chiunque passasse davanti al suo obiettivo, senza preoccuparsi di pose forzate, perfezione stilistica o orpelli fastidiosi. L’attenzione dell’osservatore va dritta al soggetto della foto e ne viene catturato. Tra i fotografi del passato un grande punto di riferimento per me è Arnold Newman, un grandissimo ritrattista che ha saputo fare del ritratto ambientato il suo marchio di fabbrica, raccontando la personalità del suo soggetto anche attraverso l’ambiente che lo circondava. La personalità del soggetto è un tema molto importante per Newman e nel collocare ciascun soggetto nel proprio ambiente non fa altro che esaltarla e comunicarla ancora di più. Ho sempre trovato interessante questo modo di comporre la scena, una maniera mai banale, in cui gli equilibri sono scombinati rispetto alla solite regole compositive, ma allo stesso tempo creano immagini iconiche dalla grande forza comunicativa. Tra i miei punti di riferimento non può mancare Richard Avedon. Famoso anche per le sue immagini nel campo della moda che sono diventate vere e proprie icone di bellezza e di eleganza, nel ritratto riesce a trasmettere ancora più intensità, in cui riesce a ritrarre anche gli emarginati della società, a cui riesce a dare dignità e forza unitamente alla drammaticità dipinta sui loro volti, restituendoci in questo modo il volto vero di quelle persone. Da ciascuno di questi fotografi ho tratto ispirazione apprezzando la loro capacità di trarre il meglio dall’essenziale: la luce ambiente, la persona al naturale o quasi, i set minimalisti.
Progetti per il futuro, oltre a quello di Donne di Crema?
Al momento sono totalmente concentrata sul progetto “Donne di Crema” che mi assorbe moltissime energie oltre che tempo. Sicuramente una volta raggiunto il traguardo delle 100 donne ritratte non mi fermerò, ma vorrei che il format del progetto potesse prendere nuove strade e nuove vite. Ne parleremo più avanti!
Di questo bellissimo progetto io sono la n.44. Monica vuole arrivare a 100 + 1 e la centunesima donna sarà proprio lei.
Se qualcuna di voi fosse interessata a partecipare, e ha tutte le caratteristiche richieste da Monica, ovvero è di Crema, è nata qui, ci ha vissuto per molti anni, e/o ci vive tuttora, può contattarla a questo indirizzo mail: moni@monimix.com.
1 Comment
Monica Antonelli
30.03.2021 at 10:42Grazie Isabella per le belle parole che mi hai dedicato e lo spazio dato al progetto!