Non fatevi ingannare dal nome, a Golfo Aranci non ci sono aranci, in realtà è un’errata interpretazione dialettale dei cartografi piemontesi della metà del XX secolo, di Gulfu di li Ranci, che in sardo significa Golfo dei Granchi, e divenne in seguito Golfo Aranci. E’ una delle località più famose della Sardegna nord orientale e anche una delle delle più belle della costa gallurese. In origine villaggio di pescatori, Comune dal 1979, con circa 2500 abitanti, Golfo Aranci, a due passi dalla Costa Smeralda a nord e dall’area marina di Tavolara a sud, ha avuto un grande sviluppo turistico. Scoprite i 5 motivi per cui merita di essere visitata.
1) Passeggiare in città
Golfo Aranci si estende lungo una penisola, affacciata sul golfo di Olbia, che termina con il promontorio di Capo Figari, istituito SIC – Sito di Interesse Comunitario caratterizzato da affascinanti falesie e percorsi trekking. La cittadina ha un bel centro storico e un lungomare con casette colorate e tanti negozi per lo shopping e ristoranti di pesce e cucina tipica sarda. Da visitare la chiesa di San Giuseppe, che sorge alla periferia del paese, meta di devoti di Padre Pio, e il cui patrono è celebrato a metà marzo. La festa più sentita è quella dell’Assunzione, a Ferragosto, associata alla sagra del pesce. Il lungomare è stato trasformato in un’elegante zona pedonale, con porticciolo turistico, un parco giochi, panchine con citazioni di importanti pensatori, fontane con getti d’acqua e fasci di luce, e alcune sculture in pietra realizzate dallo scultore Pinuccio Sciola “Le Pietre Sonore”, un’altra scultura in bronzo emerge dall’acqua alle 11.30 e alle 19.00, è conosciuta come la “La Sirenetta di Golfo Aranci”, alta 3,5 metri è stata realizzata dall’artista Pietro Longo usando l’antica tecnica della fusione a cera persa e rappresenta una donna sarda che danza accompagnata da musiche sarde. Un’altra particolarità di Golfo Aranci è che ha delle spiagge una più bella dell’altra e tutte a pochi passi dal centro abitato, quindi facilmente raggiungibili a piedi, senza dover utilizzare l’auto. Merita una visita anche il MuMart, il Museo Sottomarino, primo museo istituzionale d’arte contemporanea sommerso nel fondale marino, posizionato davanti alla Terza Spiaggia di Golfo Aranci, e da visitare attraverso l’attività di snorkeling o con le escursioni guidate a bordo del Mizar I, il semi sommergibile giallo con lo scafo trasparente.
2) Spiagge a gogò
Le spiagge della città sono numerate: Prima, Seconda, Terza, Quarta e Quinta e tutte e cinque hanno in comune la sabbia bianchissima e l’acqua bassa per diversi metri dalla riva ed anche molto pulita. Verso nord, ovvero verso Porto Rotondo c’è la spiaggia di Marinella, un chilometro di dolci dislivelli di sabbia morbida, rocce levigate e mare color smeraldo. Attorno a Capo Figari, le spiaggette di sabbia fine e dorata di Cala Moresca, la riserva protetta di Cala Greca, spiaggia di ciottoli rosa nascosta da falesie, la deliziosa Cala del Sonno, dove si rifugiavano i pescatori, e Cala Sabina, arenile dalle sembianze caraibiche, raggiungibile con la ferrovia che percorre il promontorio. Mentre verso sud, direzione Olbia si trova la spiaggia Bianca, sabbia sottile alternata a scogli, la bella Cala Sassari, l’incantevole distesa di Nodu Pianu, separata da un piccolo sentiero dalla bellezza selvaggia di Cala Banana, l’angolo di paradiso di Baia Caddinas, le cale di sabbia finissima di Terrata, le spiaggette di Baia de Bahas, piccole piscine riparate, e la spiaggia dei Baracconi (come vengono chiamate le casupole di pastori e pescatori). Insomma ogni giorno se ne può visitare una diversa, si ha solo l’imbarazzo della scelta.
3) Trekking panoramico
Dal promontorio di Capo Figari che, a differenza dal resto della Gallura dove la roccia per eccellenza è il granito, è contraddistinto invece solo da rocce calcaree che, sin dall’antichità, venivano utilizzate per la produzione della calce, troviamo tanti percorsi per praticare il trekking. Risalendo il sentiero da Cala Moresca incrociamo i ruderi della Batteria Militare Luigi Serra, che venne realizzata durante la 1°Guerra Mondiale, e da cui si gode una meravigliosa vista panoramica di tutta la baia. Non molto lontano da lì, dietro Cala Greca, c’è il Cimitero degli Inglesi così chiamato perché ospita 13 tombe dei morti di un naufragio del XIX secolo, e che custodisce anche una piccola Ara, un parallelepipedo di forma piramidale e due tronchi in ginepro che formano una croce. Sulla sommità del promontorio di Capo Figari, a 342 metri sul livello del mare troviamo il Semaforo della Marina Militare, costruito alla fine del 1800, noto come Faro Marconi. Fu proprio qui che Guglielmo Marconi l’11 Agosto del 1932, riuscì col suo impianto radio elettrico a fascio direzionale a trasmettere e comunicare fino a Rocca di Papa nel Lazio, tramite la nave Elettra che si trovava nelle acque di Golfo Aranci.
4) Flora &…
La flora tipica di questa zona è molto ricca ed è rappresentata da tante piante tipiche della macchia mediterranea. Il Corbezzolo è una pianta che produce piccoli frutti rotondi che variano colore a seconda della loro maturazione, passando dal verde al giallo, al rosso in piena maturazione. Durante il periodo di fioritura, tra ottobre e novembre, le api producono un miele molto speciale dal gusto amarognolo e noto già ai tempi dei Romani per le sue proprietà lenitive contro la tosse e il mal di gola. Ottimo degustato con ricotta fresca e foglie di lattuga, oppure per accompagnare i buonissimi formaggi sardi. L’Erica Arborea produce piccoli fiori bianchi molto profumati, con le ramificazioni, legate in fascine, si fanno le scope. Nell’antichità il legno veniva cotto e usato come carbone. Mentre dalle radici si ottiene il fornello da pipa, e i fiori sono utilizzati nel settore apistico e officinale. La Ginestra si presenta come cespugli con fusti sottili e flessibili e fiori gialli molto profumati. L’Euforbia Arborea ha la particolarità di trasformare il proprio aspetto a seconda della stagione, passando dai cuscini sferici dal colore verde durante l’inverno e la primavera, agli arbusti scheletrici e privi di foglie nel periodo estivo e autunnale. Il Lentischio, è un arbusto sempre verde a forma di cespuglio o alberello, dalle bacche veniva prodotto l’olio, usato sia per cucinare (prima che si diffondesse l’olio d’oliva) che per conciare le pelli e medicare piccole lesioni. Il Ginepro Fenicio, che deve il nome al colore (phoenicia che significa rosso porpora) e non al popolo, ha un legno durissimo che cresce lentamente e veniva usato per costruire la trave portante nelle case e nella produzione di mobili vari e dalle bacche si ottiene un’ottimo Gin. L’Olivastro invece produce delle olive che maturano tra novembre e dicembre e può vivere per migliaia di anni.
5) …Fauna
Il territorio di Golfo Aranci nel suo complesso appare di notevole importanza per la presenza di numerose specie rare e protette tra le quali figura il Muflone, l’animale più rappresentativo della Sardegna, abile saltatore, scalatore e corridore, che vive nelle zone più impervie e accidentate. Per quanto riguarda gli uccelli, sono presenti ben 58 specie di cui 26 sono stanziali e l’aspetto più importante è rappresentato dalla presenza di 5 specie di uccelli marini: la Berta maggiore lunga circa 50 cm e con apertura alare fino a un metro, che riesce a tuffarsi da altezze superiori ai 10 metri per catturare le prede inseguendole sott’acqua; la Berta minore che, a differenza della “cugina” maggiore, non si allontana mai molto dalla costa e solitamente si muove in gruppo; l’Uccello delle tempeste invece e di taglia piccola e di colore scuro, con delle macchie e delle barre bianche sulle ali, spesso segue le imbarcazioni, volando rasente l’acqua; il Gabbiano Corso che si distingue da quello Reale per il becco rosso e le zampe verdi, ed è considerata una specie rara, in quanto minacciata dall’alterazione degli habitat. Anche il Marangone dal ciuffo, lungo circa 70cm e con apertura alare superiore al metro è considerata una specie rara. Il Falco Pellegrino, stupendo esemplare della famiglia dei falconieri, invece è lungo circa 50 cm e con apertura alare fino a 110 cm, una volta individuata la preda, si lancia a velocità superiori ai 200Km/h. La Pernice Sarda è riconoscibile per le zampe e per il becco rosso e la gola grigia. Lunga fino a 35 cm e con apertura alare fino ai 60 cm, raramente spicca il volo e preferisce zampettare sul terreno alla ricerca di insetti o granaglie. La Testuggine Marginata, chiamata Tartaruga Sarda, si distingue dalle altre specie, per il suo carapace allungato, le colorazione bruno scura e le areole giallastre al vertice di ogni scudo.
6) Golosità dolci e salate
Da non perdere la zuppa di pesce alla golfoarancina composta da diversi tipi di pescato da accompagnare a crostini di pane. Tra i piatti tipici il più conosciuto è sicuramente la Zuppa Gallurese o “suppa cuàta” (zuppa nascosta), preparata con strati di pane raffermo bagnato nel brodo di carne di pecora, formaggio pecorino sardo ed erbe aromatiche e infine gratinata al forno. Dal gusto leggermente dolce invece i Pulilgioni, ravioli rigorosamente lavorati a mano con una sfoglia di farina di semola, acqua e uova, e con un ripieno di ricotta, un po’ di limone e zucchero. Vengono solitamente conditi con sugo fresco di pomodoro e basilico e una spoverata di pecorino grattugiato che aumenta il contrasto con l’agrodolce. La Mazza Frissa invece è una specie di besciamella composta da panna di latte fresco di pecora con semola di grano duro. Si scalda la panna a fiamma viva insieme a un po’ d’acqua e sale, si aggiunge la semola e si attende che il tutto rilasci l’óciu càsgiu (letteralmente “l’olio-formaggio”, cioè la parte liquida grassa dei latticini). Può essere servito come secondo accompagnato alle fave stufate o come dolce con miele e zucchero, o in alternativa anche come sugo per gli gnocchetti, accompagnata da una spruzzata di pepe nero. I Cjusòni o Chjusòni sono invece degli gnocchetti preparati a mano con farina di grano duro e acqua. Si realizzano con la parte retrostante di una grattugia o con un tagliere rigato, e si condiscono prevalentemente con ragù di carne di cinghiale o di pecora, ma anche semplicemente con sugo di pomodoro al basilico. Un altro primo piatto sono i Fiuritti, delle fettuccine all’uovo, condite cu la bagna (sugo di pomodoro) o cu la bagna di polcavru (sugo di carne di cinghiale) o anche con funghi porcini. Infine non possono mancare gli Indattari olbiesi. Di cosa si tratta? E’ una zuppa di cozze che vengono servite gratinate, alla marinara, al sugo, con le patate e con i fagioli o i ceci. Anche il Porcetto, il maialetto da latte, uno dei piatti tipici sardi si trova anche il Gallura, si cuoce allo spiedo, al lento calore della brace. Tutti questi piatti si abbinano alla perfezione con il Vermentino di Gallura DOCG, dalle intense note fruttate e floreali e al gusto fresco, secco e morbido. E un pasto in Sardegna non può terminare senza i dolci tradizionali di cui l’isola è ricca: oltre alle più conosciute e classiche Seadas, pasta fresca ripiena di formaggio che viene fritta e servita col miele, troviamo le Copuletas, ripiene di marmellata, sapa, miele e mandorle e ricoperte da uno strato di glassa; i Papassini: una sorta di biscotti a forma di rombo decorati con glassa di zucchero e bianco d’uovo. Acciuleddi e meli: intrecci di pasta fritta, ricoperti di miele e profumati con scorza di limone o arancia. E i Mindulati, dolci a base di mandorle. Si preparano con una pasta a base di farina, zucchero e strutto e un ripieno di mandorle dolci e amare macinate, zucchero, albume d’uovo. con la classica glassa di zucchero e bianco d’uovo.
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