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10 ottimi motivi per visitare Alghero

Una delle tappe del press tour alla scoperta della Sardegna nord occidentale a cui ho partecipato, mi ha portata ad Alghero, chiamata anche Barceloneta, per gli influssi della dominazione catalana di cui conserva ancora la lingua, parlata dal 22,4% della popolazione nella variante algherese, riconosciuta dalla Repubblica Italiana e dalla Regione Sardegna come lingua minoritaria. Io ho avuto una guida d’eccezione: Gabriella Esposito, vice sindaco di Alghero. La città, una delle più belle della Sardegna, conta circa 44.000 abitanti, è a misura d’uomo e riserva un sacco di sorprese. Scopritele con me nella classifica dei 10 motivi per cui merita di essere visitata.

Sottoprua – Officine caffetteria -aperitivi (foto Alice Secchi)

1) Colazione con vista

Arrivando dall’aeroporto bisogna assolutamente fare una sosta a Fertilia, da Sottoprua – Officine, ex laboratorio di falegnameria per la costruzione di barche trasformato dalla Cooperativa Solomare in cocktail and wine bar, caffè e ristorante, utilizzando materiali locali e rispettando i colori del luogo. Il locale, situato nell’area dove un tempo c’erano degli stagni bonificati da alcune famiglie istriane emigrate lì e dove si è sviluppata la pesca, soprattutto quella con il cianciolo, particolare metodo di pesca portato sempre dagli esuli, si trova proprio di fronte al Ponte Romano, dove la laguna del Calich si unisce al mare. Qui, nel bellissimo e lussureggiante giardino, ho consumato un’ottima colazione dolce e salata a base di lonzino, prosciutto, pancetta coppata, formaggio Vinfort di Osilo e pecorino misto di Thiesi giovane e di 4 mesi. Oltre a golose brioche ed altri dolcetti.

La Torre di Porta di Terra e la cupola di S.Michele

2) Il centro storico e i bastioni

La città è circondata da antiche mura, sulle quali si può passeggiare, partendo dalla Torre di Porta Terra, che ospita un percorso multimediale che racconta storia, usi e costumi della città dalle sue origini fino ai giorni nostri, e dove campeggiano tre bandiere: quella italiana, la sarda e quella catalana, fino alla Torre di Porta di Mare. Anche i nomi delle vie sono scritti in italiano e in catalano e il centro storico assomiglia molto a quello di Barcellona. Tutte le scuole sono bilingue: si parla sia l’italiano che l’algherese. Brilla sotto il sole la cupola in maiolica colorata della chiesa di S.Michele, patrono della città. La piazza Civica è il salotto di Alghero, su cui si affacciano quelle che un tempo erano le sedi istituzionali e più rappresentative de l’Alguer e sempre qui sono concentrati i negozi, gli atelier e le botteghe più esclusivi della città. Lo stilista Antonio Marras ha scelto proprio questa piazza per la sua boutique, in cui, tra arredi ed oggetti d’arte, sono esposte le sue collezioni.

Museo del Corallo (foto Alice Secchi)

3) La capitale del corallo

Alghero è considerata la capitale della Riviera del Corallo, litorale di 90 chilometri che comprende il promontorio di Capo Caccia e Isola Piana. Il nome deriva dal fatto che nelle acque è presente una grande quantità del prezioso Corallium Rubrum, comunemente chiamato corallo rosso, di qualità estremamente pregiata, che viene pescato da subacquei specializzati. Un’attività che insieme alla lavorazione e alla vendita ha un grande rilievo sia in campo economico che culturale, tanto che un ramo di corallo è inserito nello stemma della città. L’oro rosso di Alghero, così è soprannominato il corallo, è caratterizzato da un’intensa colorazione e dalla compattezza. La sua bellezza e la sua abbondanza nei fondali della costa, hanno favorito la nascita di una lunga e pregiata tradizione orafa, trasformando i coralli in preziosi gioielli. Non si può partire da Alghero senza aver acquistato un monile di corallo, che sia anche un semplice cornetto portafortuna. Nel 2010 è stato inaugurato il Museo del Corallo, che ha sede in una villa in stile Liberty del 1923, appartenuta a Nunzio Costantino, un medico vissuto durante l’epoca fascista.

Le lanterne dell’installazione “Elucefu” (foto Alice Secchi)

4) Museo plein air

Passeggiando per il centro storico di Alghero si può ammirare la ciclomostra itinerante “Quanta strada nei miei sandali” con le foto di Daniela Zedda che ritrae i centenari dell’isola. Perché è chiamata ciclomostra? Perché può essere visitata in bicicletta, ed è stata inaugurata nel 2017 al passaggio del Giro d’Italia, quindi un’omaggio alla corsa ciclistica più famosa d’Italia e anche alla famosa canzone di Paolo Conte, da cui prende il titolo. La Zedda ha ritratto dieci uomini e altrettante donne che con i loro cento anni sono un tributo alla longevità dei sardi. Le fotografie sono collocate nelle facciate più suggestive della città. Sempre in occasione della partenza del Giro d’Italia sono state appese delle installazioni realizzate dagli studenti del Liceo Artistico per il progetto “Elucefu”, firmato dall’artista Tonino Serra insieme a Giorgio Donin, per illuminare a festa le vie del centro storico di Alghero. Le lanterne sono realizzate con scampoli di stoffa donati da Antonio Marras e da ruote di biciclette.

Lo zafferano di Mirella Di Gangi

5) Lo zafferano di Mirella

Sensibile, ma forte e determinata: è questo che si percepisce conoscendo Mirella Di GangiPiccola, dai tratti inequivocabilmente sardi, qualche anno fa ha deciso di intraprendere una nuova avventura: produrre zafferano. E così con tanto amore e passione ha scelto di coltivare 12.000 bulbi, provenienti dalla zona di Samassi e San Gavino Monreale, in terreni della sua famiglia, riconvertiti a questa coltura e senza l’uso di chimica. L’azienda si chiama Zaffera e commercializza zafferano in stimmi e bulbi. Lo zafferano, non si usa solo per il risotto, ma, per esempio, si può utilizzare in tante pietanze, dagli antipasti ai dolci, è ottimo nelle vellutate di verdure e nei dolci al cucchiaio ed anche con i primi a base di pesce e le carni in umido. Mirella ci ha fatto assaggiare i pirichitti, dei golosi dolcetti e anche una tisana allo zafferano, che lei chiama “nettare di Morfeo”, e infine un liquore buonissimo sempre a base di zafferanoScopro così che lo zafferano ha tante proprietà benefiche: aiuta la digestione, fa bene alla vista in quanto contiene vitamina A, è antiossidante, afrodisiaco e anche antidepressivo non a caso è chiamato il fiore della felicità.

Giusi Ventura titolare di VeNatura (foto Alice Secchi)

6) Le prelibatezze di VeNatura

Un’altra impresa al femminile, è quella di Giusi Ventura, proprietaria di VeNatura, in località Palmadula a soli 4 km dal mare, che con l’aiuto di una sola collaboratrice, anch’essa donna, produce marmellate, confetture, creme, sughi e anche succhi. Il processo di lavorazione è tutto artigianale, senza l’aggiunta di conservanti, coloranti e addensanti e Giusi utilizza solo frutta e verdura proveniente da agricoltori della zona. Tutto ciò fa sì che i suoi siano dei veri prodotti di nicchia. Particolari la confettura di corbezzoli e quella di mirto, ma anche quelle più innovative come pere con pepe. Da qualche anno VeNatura organizza laboratori didattici con i bambini della scuola primaria e dell’infanzia coinvolgendoli attivamente in tutte le fasi della trasformazione della frutta e anche nella raccolta della stessa in modo da farli appassionare alla natura.

Littos Creazioni di Tonello Mulas

7) Le creazioni di Tonello

E’ una gioia entrare nel negozio–laboratorio Littos Creazioni di Tonello Mulas. Si viene rapiti dalle sciarpe, le borse, le pochette, i cuscini, i tappeti: tutti realizzati a mano da lui con un antico telaio e con speciali filati di lana o cotone, alcuni tinti anche in modo naturale con erbe del territorio. Una passione nata quando Tonello era ragazzino, ma essendo un uomo, quando chiedeva ad alcune tessitrici se potevano insegnarli ad usare il telaio con le varie tecniche, la risposta era sempre la stessa: un no secco perché era un uomo. Poi finalmente nel 1997 riuscì a partecipare ad un corso di tessitura nel paesino di Osilo e ad esaudire il suo sogno. Nelle sue creazioni c’è chiaramente molta Sardegna, ma Tonello ama giocare con i colori, creando anche nuovi disegni, sempre rispettando la tradizione.

spaghetti vongole e bottarga – seada

8) Cucina algherese

Tra le prelibatezze della cucina algherese vi sono i ricci di mare, a cui, tra febbraio e marzo è dedicata anche una sagra, uno degli eventi più attesi dell’anno. Il riccio di Alghero è molto rinomato sia per il sapore, che per il colore. Si nutre di poseidonia, un’alga che abbonda nella rada di Alghero e viene pescato in immersione, con maschera e pinne, e con una licenza di pesca specifica nei mesi invernali, a partire da settembre. Pare che i mesi migliori per la pesca siano quelli con r. Il modo migliore per gustare la polpa rossa dei ricci è preparare un sugo con olio evo, aglio e prezzemolo e condire gli spaghetti, ma si accompagna benissimo anche, semplicemente, sopra una fetta di pane. Tra i piatti tipici l’agliata di gattuccio, la capunara, gli spaghetti vongole e bottarga (buonissimi quelli del ristorante Movida sui bastioni e con vista sul porto di Alghero), la paella algherese, preparata con la fregola, pasta tipica sarda e condito con agnello sardo, carciofi di Ittiri, rana pescatrice, cozze e gamberoni, l’aragosta alla catalana, e per finire in dolcezza le seadas: tortelli di pasta lievitata fritta con ripieno di formaggio, ricoperti di miele di asfodelo.

Pina Congiu (foto Alice Secchi)

9) Agriturismo Arcobaleno

Per coloro che cercano tranquillità e pace e desiderano immergersi nella natura, il luogo ideale è l’agriturismo Arcobaleno, chiamato così per i meravigliosi arcobaleni che appaiono in cielo dopo i temporali. E’ gestito da Giuseppina Congiu, detta Pina, e dal marito Mario Ruiu e con l’aiuto dello zio Roberto, che è un po’ il jolly dell’azienda. E’ un piccolo paradiso terrestre situato nel comune di Alghero, nell’agglomerato di Guardia Grande, vicino al mare e all’oasi del parco naturale dell’Arca di Noè. L’agriturismo dispone di sei camere, di cui due per disabili, arredate in modo semplice, ognuna di un colore diverso, ma dotate di aria condizionata, wifi e set di cortesia. Pina si occupa della cucina, eccezionali i suoi ravioli ripieni di patate, carciofi e pecorino che ci ha fatto assaggiare, mentre Mario gestisce l’orto, il frutteto, l’oliveto e governa tutti gli animali presenti in azienda, tra cui dei dolci asinelli. La coppia produce anche degli ottimi carciofi sotto’olio e una crema sempre di carciofi.

10) Sardegna Country

Per prenotare la vostra vacanza, trovare utili suggerimenti, e informazioni dettagliate, potete consultare il sito Sardegna Country, organizzazione senza scopo di lucro, presediuta da Antonio Casu, nata per promuovere il territorio attraverso piccole e medie realtà turistiche che operano in zone con un potenziale sviluppo turistico, proponendo itinerari e vacanze in grado di soddisfare le esigenze di tutti. Nel circuito c’è anche Wine app, un’applicazione che parla di enoturismo integrato e sostenibile.

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