Giorgio Lucchi e la terapia della scrittura
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Giorgio Lucchi e la terapia della scrittura

Ho sempre pensato che la scrittura sia una terapia, soprattutto quando si sta attraversando momenti difficili della vita, proprio come è successo a Giorgio Ronnie Lucchi,

per me Giorgino, che conosco da una vita, dai tempi del mitico American Bar di via XX Settembre a Crema, dove bevevo il Cassis (bollicine e crème de Cassis) con le amiche.

Giorgio nasce a Crema 64 anni fa, giovanissimo si trasferisce a Venezia con il fratello per cercare lavoro e lo trova come chef di sala al prestigioso ristorante Al Giglio, in Campo S.Maria del Giglio, ed è proprio qui che viene a contatto con numerosi personaggi famosi tra cui appunto Giorgio De Chirico, pittore metafisico e l’eclettica americana collezionista d’arte Peggy Guggenheim.

Il Maestro lo prese subito in simpatia e spesso Giorgino lo accompagnava nel suo atelier, dove De Chirico gli spiegava come dipinge. Entrò in sintonia anche con la Guggenheim che lo chiamava Giannini, come Giancarlo l’attore perché diceva che gli assomigliava.

Nel suo libro Giorgino ha voluto raccontare una Venezia che non c’è più, quella del vero jet – set internazionale, per far conoscere il lato più intimo e umano dei vip e per dimostrare che prima di essere personaggi sono persone. Tanti sono i ricordi e gli aneddoti che ha collezionato: per esempio De Chirico andava matto per il risotto e la zuppa inglese, mentre Aristotele Onassis, anche lui assiduo frequentatore del ristorante veneziano, prediligeva i tagliolini pomodoro e basilico.

Durante la sua malattia per riempire i momenti tristi, Giorgio Lucchi è andato a ritroso col tempo e ha portato a galla tanti ricordi di quegli anni felici trascorsi a Venezia, mettendoli nero su bianco e dando vita ai suoi libri, in collaborazione con la sezione cremasca della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, a cui sono interamente devoluti i proventi della vendita ad offerta libera.

Sono quattro i libri pubblicati fino ad’ora: Riflessioni e pensieri intimi per la vita”, “Dov’è l’amore, dov’è la poesia”, aforismi, pensieri, testimonianze varie, scritti proprio durante quel brutto periodo e poi nel 2016 “Io e la dogaressa” dedicato a Peggy Guggenheim e nel 2017 “Io e il maestro”. omaggio a Giorgio De Chirico.

Adesso Giorgino sta meglio e sicuramente in questo percorso di guarigione la scrittura ha avuto un ruolo rilevante. Tanto che sta lavorando ad uno nuovo progetto, un romanzo ambientato sempre a Venezia, che parte dalla seconda guerra mondiale fino alla fine degli anni ’70, e che sarà un mix tra finzione e realtà.

Un grosso in bocca al lupo a Giorgio e non vediamo l’ora di leggere il suo prossimo libro!

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