A Vallauris Golfe-Juan ci sono sempre stata di passaggio per andare a Cannes oppure mi fermavo a a mangiare la miglior bouillabaisse della Costa Azzurra da Nounou o Tetou, ora purtroppo entrambi chiusi, ma non mi sono mai fermata. Grazie a un press tour a cui sono stata invitata, ho scoperto una destinazione interessante e piena di sorprese. Situata tra Antibes e Cannes, la città ha due differenti identità: Vallauris, villaggio nell’entroterra dal fascino provenzale, con una tradizione di più di 2000 anni nell’arte della ceramica e Golfe-Juan località balneare con le sue spiagge di sabbia bianca. Scoprite i 10 ottimi motivi per visitarla.
1) L’arte de la poterie
A Vallauris la tradizione della ceramica risale a molto lontano, precisamente all’epoca gallo-romana, quando si utilizzavano già importanti giacimenti di argilla refrattaria per lavorare mattoni e vasi. Nel XV° secolo la popolazione fu decimata dalla peste e dalla guerra, per questo motivo Dom Raynier di Lascaris, monaco di Lérins e priore di Vallauris, fece venire dalla Liguria 70 famiglie per ripopolare Vallauris, ricostruirla e lavorare la terra. I liguri, provenienti soprattutto da Albisola -comune famoso per la ceramica- portarono con sé questa arte tanto che nel XVI° sorsero tre fabbriche di vasi, fino a diventare 32 nel 1829, anche per le condizioni ottimali del territorio: l’argilla rossa, i forni a legna e il sole e il calore necessario per far seccare le ceramiche. Tra il XIX° e il XX° secolo, la famiglia Massier fu all’origine di un’importante mutazione e innovazione di questa pratica, lanciandosi in una produzione di ceramiche artistiche, dunque non più soltanto oggetti per la cucina, ma anche per abbellire la casa. Sarà negli anni ’50 che la città conoscerà la sua età d’oro per merito di Pablo Picasso e di tanti altri artisti venuti a vivere a Vallauris per apprendere l’arte della poterie. La città è diventata la capitale della ceramica, tanto che le è stato attribuito anche il marchio “Ville et Métiers d’Art”.
2) Picasso e la ceramica
Complice una vacanza in Costa Azzurra, con la compagna Françoise Gilot e il figlio Claude, Pablo Picasso s’innamorò del luogo, che forse un po’ gli ricordava la sua Spagna per il Mediterraneo, il clima mite tutto l’anno, la luce magica, uno scenario che ha catturato l’artista tanto da farne il suo buen retiro per quasi 10 anni, dal 1948 e il 1955. Fortuito e determinante l’incontro con Suzanne e Georges Ramié, proprietari del laboratorio di ceramiche Madoura, dove realizza le sue prime prove con la ceramica. Una collaborazione che durerà 25 anni e durante la quale creerà migliaia di pezzi di ceramica che renderanno famoso il laboratorio e attireranno numerosi artisti del calibro di Matisse, Chagall e Brauner. Inoltre i coniugi Ramié estendono la loro attività aprendo nel 1961 una galleria a Cannes dove organizzano diverse esposizioni di artisti. A Villa Galliera, dove nascerà anche Paloma, la sua seconda figlia, Picasso realizzerà 4000 opere originali, con il suo tocco personale ed estroso che lo contraddistingue da sempre. Una parte di queste sono custodite nel Musée National Picasso –Musée de la Céramique, mentre il restante appartiene a collezioni private o ad altri musei.
3) La Guerra e la Pace
Nel 1951, durante un banchetto offerto dai vasai di Vallauris in onore del suo 70° compleanno, nella navata della cappella piccola del castello, Picasso chiede di potere decorare le volte. E’ così che è nata l’opera La Guerra e la Pace, composta da 100 mq di pannelli in isorel, materiale abbastanza flessibile da poter combaciare con le volte della cappella, dipinti con la pittura delle barche.
Memoria storica di Picasso, è Dominique Sassi, 87 anni, che ha lavorato con lui per 20 anni, fino alla sua morte nel 1973. E’ lui a farmi da guida d’eccezione e a spiegarmi l’opera, che rappresenta la visione dell’artista spagnolo sul tema della guerra e della pace. Un carro funebre su una terra rossa di sangue, con ruote non lisce e rotonde che simboleggia la guerra, una spada insanguinata, un cesto pieno di insetti ripugnanti e una rete piena di teschi completano la scena. I cavalli calpestano con rabbia i libri, simbolo della cultura, mentre figure nere compiono atti di violenza. A sinistra c’è il “cavaliere della pace” che cerca di fermare il cocchio, con in mano la bilancia che rappresenta la giustizia, e lo scudo con incisa una colomba simbolo di pace – in spagnolo Paloma come la figlia di Picasso- e l’immagine del viso di una donna, Françoise Gilot, compagna dell’artista.
Dalla parte opposta Picasso spiega la sua visione di pace attraverso un funambolo e un suonatore di flauto, con tre figure femminili che danzano e allattano, grappoli d’uva e ai piedi di un albero da frutta una famiglia che riposa serenamente. Sopra tutto un grande sole con i colori primari -rosso, giallo e blu- circondato da rametti d’ulivo. Un bambino, Claude, l’altro figlio di Picasso e fratello di Paloma, tiene le redini di un cavallo alato che ara il mare, perché come diceva Françoise Gilot: “in tempo di pace tutto è possibile” e lo stesso bambino un po’ più avanti regge una gabbietta con all’interno dei pesci, mentre in un acquario ci sono degli uccelli. Nella parte centrale dell’opera, sono rappresentati quattro uomini – nero-giallo-rosso e bianco- che simboleggiano i quattro continenti, sormontati da un’altra colomba della pace.
4) Musée de la Poterie
Musée de la Poterie, è un museo privato, aperto nel 1989 e di proprietà di Michel Ribero, seconda generazione di una famiglia di vasai, che ha trasformato un’antica fabbrica di ceramica risalente al 1868, in uno spazio di 200 mq suddiviso in tre sale, dove sono esposti macchinari, fotografie d’epoca, affiches, e una collezione di oggetti di ceramica e terracotta dalla fine del XIX° secolo ai tempi nostri. Tra cui anche il busto di Saint Claude, patrono dei ceramisti, che si festeggia la seconda domenica di agosto, anche se nel calendario cade il 6 giugno. All’interno sono presenti anche delle repliche in cera di Picasso e Honoré Camos, pittore provenzale di Vallauris, realizzate dal Musée Grévin di Parigi. Il museo è aperto da metà giugno a metà settembre, e possiede anche un laboratorio dove vengono organizzati corsi, per gruppi e scuole, per imparare a lavorare al tornio.
5) L’Homme au Mouton
L’Homme au Mouton è collocata a Vallauris in place Paul Isnard. La statua è stata realizzata dall’artista nel 1943 a Parigi, ed è la prima scultura di Picasso ad essere installata in un luogo pubblico, per sua volontà, che l’ha donata nel 1949 alla città in riconoscenza per la l’accoglienza ricevuta. In segno di gratitudine, la città lo ha nominato cittadino onorario. Ne esistono altre due copie: una al Musée Picasso di Parigi e l’altra a Filadelfia. L’artista di Malaga descrisse così la sua opera: “Nell’uomo con la pecora, ho semplicemente espresso un sentimento umano, un sentimento che esiste oggi come è sempre esistito.” Il tema si unisce per il suo umanesimo al contesto della guerra e, per il suo atteggiamento patetico, l’agnello appare come una vittima. La statua nella piazza del mercato, genera una grande curiosità nei visitatori tanto che è uno dei punti più instagrammati della città.
6) La Route Napoléon
C’è un altro personaggio che ha reso famosa Vallauris Golfe-Juan nel mondo: è Napoleone Bonaparte. Il 6 aprile 1814 l’Imperatore fu rapito ed esiliato all’isola d’Elba. Il 26 febbraio 1815 riuscì a scappare con il suo staff militare e una manciata di uomini a bordo dell’Inconstant. Il 1 marzo 1815, alle tre del pomeriggio, Napoleone sbarcò a Golfe-Juan, sapendo che era un porto sicuro e protetto. Il suo obiettivo era raggiungere Parigi il più rapidamente possibile per riprendere il suo posto, evitando le città reali della valle del Rodano. Decise di prendere la Route des Alpes, che fu ribattezzata Route Napoléon nel 1932. È una strada simbolica che collega Golfe-Juan a Grenoble, un itinerario che ancora adesso viene percorso a piedi o in bicicletta da appassionati e sportivi. A testimonianza dell’arrivo di Napoleone, al porto di Golfe-Juan, è stata posta una stele con scritto semplicemente: “qui sbarcò Napoleone il 1 marzo 1815”. In avenue de la Liberté c’è anche una colonna a lui dedicata. Eretta nel 1815, fu abbattuta dopo la sconfitta a Waterloo. Ripristinata, fu nuovamente distrutta nel 1871. Il 1° luglio 1932, con l’apertura della Route Napoléon, fu inaugurata anche la nuova colonna con sopra un busto in marmo di Carrara dell’Imperatore.
7) L’arancio Bigaradier
L’arancio Bigaradier è una varietà di arancio amaro, coltivato sin dalla fine del XIX secolo sulle colline attorno alla città. Il frutto, chiamato appunto Bigarade, è più piccolo dell’arancio dolce e ha una buccia ruvida, sfumata di verde o giallo. La sua polpa è acida e amara, poco succosa e contiene molti semi. Il frutto dell’arancio amaro viene utilizzato principalmente per produrre marmellata, sciroppo e un liquore. Mentre i fiori d’arancio, caratterizzati da un piacevolissimo e intenso profumo, vengono utilizzati per produrre l’essenza di neroli e l’acqua di fiori d’arancio, utilizzate in profumeria e per aromatizzare i cibi. La sua produzione è interamente dedicata ad una grande casa di profumeria francese. La Coopérative Nérolium, nata nel 1904, raggruppa una cinquantina di produttori di arancio amaro Bigaradier, ed è stata in grado di espandersi e di diversificare sviluppando altre attività: produzione artigianale di marmellate di agrumi, animazioni, apertura di un negozio a Vallauris e dell’Ecomusée a Golfe-Juan, dove tra alambicchi, macchine per l’estrazione dell’olio essenziale, bilance, costumi e attrezzature per la raccolta e la spedizione, si ripercorre un viaggio divertente ed educativo.
8) Matrimoni famosi
Pochi sanno che a Vallauris si sono svolti anche dei matrimoni famosi. Il 27 maggio 1949 Rita Hayworth convolò a nozze con il Principe Ali Khan, figlio dell’Aga Khan III (capo religioso degli Ismailiti, corrente minoritaria dell’Islam sciita). Fu il matrimonio dell’anno, con una festa hollywoodiana nello Château de l’Horizon a Golfe-Juan, di proprietà del Principe, decorata con trentamila rose e con ghirlande di garofani bianchi con la forma delle iniziali dei nomi degli sposi che galleggiavano in piscina, profumata per l’occasione con acqua di colonia. Per gli ospiti presenti, tra cui 300 giornalisti arrivati da tutto il mondo, fu allestito un suntuoso buffet, con piatti raffinati, caviale, aragoste e champagne a fiumi. Mentre l’attore francese Yves Montand allietò il parterre internazionale cantando le sue canzoni. Un altro matrimonio, ma in stile basso profilo, fu quello tra Pablo Picasso e Jacqueline Roque avvenuto il 27 marzo 1961, in forma strettamente privata. Una targa di marmo, posta sull’edificio che ospitava il municipio dell’epoca, ricorda i due matrimoni. Quindi, perché no, Vallauris può essere anche la location ideale per sposarsi. Pensateci.
9) Atelier Arias, Aiello e Portanier
Eugenio Arias, era il parrucchiere-barbiere amico di Picasso, spagnolo come lui e come il pittore trasferitosi in Francia a Vallauris, dove aveva aperto una bottega in avenue Georges Clemenceau. Adesso nel suo ex salone ha sede AVEC, Association Vallaurienne d’Expansion Céramique, l’associazione organizza regolarmente mostre tematiche che presentano la diversità e il know-how dei vari ceramisti. All’interno ci sono ancora gli “attrezzi del mestiere” di Arias, rasoi, spazzole, pettini e anche affiches e litografie offerte dal Maestro. Nella stessa strada sono concentrati la maggior parte degli atelier dei ceramisti, contraddistinti da una colomba dipinta sul marciapiede e posizionata proprio davanti al negozio.
Tra cui quello di Tino Aiello, settima generazione di una famiglia di vasai di origini siciliane, che incarna lo spirito del sud e ne trae l’energia inventiva che ha ispirato tanti artisti. Coincidenza o destino, si è traferito nell’ex-bottega di Roger Capron, ceramista di fama internazionale, all’interno della quale è rimasto un bellissimo bassorilievo del maestro. Nel mese di maggio 2022, Tino è salito sul gradino più alto del podio al Championnat de Tourneurs de France in squadra e secondo da solo.
Da visitare anche l’atelier di Gilbert Portanier, soprannominato il “mago dei colori”, che dopo aver studiato architettura alla Scuola Nazionale di Belle Arti di Parigi, durante una visita a Vallauris incontra Picasso e scopre il mondo della ceramica. Realizzerà molteplici opere con diverse tecniche, creando un proprio linguaggio, con una grafica di grande libertà. Una retrospettiva delle sue produzioni è custodita in una galleria nel suo laboratorio, un vecchio mas in pietra completamente ristrutturato, situato nel cuore di Vallauris, e anche nel giardino che lo circonda.
10) Vallauris rende Hommage à Picasso
Sarà un lungo e intenso weekend quello del 6-7 maggio interamente dedicato a Pablo Picasso, per celebrare i 50 anni dell’anniversario della sua morte. Un programma ricco di eventi, che inizia sabato con il Concerto di apertura con la Philharmonique de Vallauris e l’Harmonie d’Antibes, seguito dal vernissage della mostra Formes & Métamorphoses: La Création céramique de Picasso, che riesplorerà il lavoro dell’artista. La sera, per omaggiare le sue origini spagnole, si svolgerà al Theatre de la Mer Jean Marais, Naturalmente Flamenco, uno spettacolo dedicato al flamenco dell’Andalusia. Domenica mattina l’inaugurazione de la Plage Pablo Picasso, ex Plage du Soleil, con sfilata musicale e parata equestre. L’arte del dressage si potrà ammirare anche nel pomeriggio allo Stade des Frères Roustan con uno spettacolo dove si esibiranno cavalli e anche tori, sempre nel rispetto degli animali. Si chiude la sera alle 21.30 con Son & Lumière, un’immersione nel suono e nella luce nel cuore di Vallauris sul tema “Picasso e la libertà”, con video immagini proiettate sulla facciata della chiesa Sainte-Anne. Il 24 giugno al Museo Marelli, verrà inaugurata la mostra “Picasso e gli orafi”, una liaison tra la ceramica e i gioielli, frutto della collaborazione tra il Maestro e l’orafo François Hugo, figlio di Victor autore dei Miserabili. La mostra si potrà visitare fino al 25 ottobre. L’approccio di Pablo Picasso all’oreficeria è simile a quello della ceramica nel modo di intendere le specificità del materiale e di sfruttarne le potenzialità. Saranno presenti una serie completa di piatti in oro e argento, abbinata a ceramiche, fruttiere e gioielli di Picasso, ma anche documenti d’archivio e fotografie.
Info: Vallauris Golfe-Juan Tourisme
Photo Credits cover Avenue Clemenceau @OTVGJ @YannSavalle
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