111 luoghi di Firenze che devi proprio scoprire
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111 luoghi di Firenze che devi proprio scoprire

Dove fu inventato il Negroni? Quale Certosa ispirò il brutalismo di Le Corbusier? Perché un ippopotamo si aggirava nei giardini di Boboli?

Se volete conoscere la risposta a queste domande e tante altre curiosità sulla “culla del rinascimento” allora dovete leggere io libro di Giulia Castelli Gattinara e Stella Verin. “111 luoghi di Firenze che devi proprio scoprire”.

Le autrici ci conducono in un viaggio particolare, un itinerario non nei soliti posti, conosciuti da tutti, ma alla scoperta di piccole, grandi realtà che rimarrebbero nascoste e segrete, cariche di storia e corredate anche da aneddoti.

Il libro edito da Emons, è corredato dalle bellissime fotografie di Mario Verin.

Tra i “luoghi da scoprire” di Firenze che più mi hanno colpito: la finestra sempre aperta di Palazzo Budini-Gattai, detto anche Palazzo Grifoni in piazza della Santissima Annunziata. Anche in pieno inverno si scorge in alto a destra, una finestra che rimane sempre aperta, al massimo con le persiane socchiuse. La leggenda narra di una fanciulla che sposatasi con il suo amato, partito poco dopo per difendere la supremazia del Granducato, rimase in attesa del suo ritorno, mai più avvenuto. Ma la finestra rimaneva sempre aperta e la donna, ormai anziana, si dice non abbia mai perso la speranza di riabbracciare il suo cavaliere.

Le buchette del vino, ovvero delle particolari finestrelle, collocate nei palazzi più importanti della città, con sportello apribile di legno che, dal cortile interno della casa, o dalla cantina dove si conservavano le botti, comunicavano direttamente con la strada. Gli avventori da qui potevano acquistare un fiasco di rosso, il toscanello, o richiederne solo un bicchiere, trovando dall’altra parte un servitore della famiglia pronto ad accontentarli. La vendita era regolamentata da norme rigorose, i vinattieri erano obbligati a mescere il vino in bicchieri o recipienti di capacità controllata, non potevano vendere un certo pane salato che stimolava la sete e, soprattutto, bisognava chiudere i battenti la sera, dopo il terzo suono della campana, per evitare l’abuso di alcol e i capannelli di ubriachi.

Il negozio di casalinghi, risalente al 1896, trasformato in un concept restaurant, uno spazio di oltre 1500 mq che ospita un caffè, un bistrot, un ristorante, un fioraio e un negozio di oggetti di design per la casa. Qui nello storico La Menagère Bistrot, il nome è rimasto intatto, chiuso dieci anni fa, cucinano gli ex allievi dell’istituto alberghiero Saffi, guidati dallo chef Donato Mutri, che propongono una cucina “popolare”, con un menu che segue questi principi, arricchito di abbinamenti ed ossimori culinari quali: caldo – freddo, morbido – croccante, dolce – salato.

Ma non voglio rivelarveli tutti. Vi invito invece ad acquistare il libro e a recarvi a Firenze per scoprire i suoi 111 luoghi magici.

Buona lettura e buona scoperta!

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