Con il titolo “Amarone 2009: la storia di un vino successo” si è svolta sabato 26 e domenica 27 gennaio, la kermesse di due giorni che celebra il Grande Rosso, patrimonio del territorio veneto e portabandiera del made in Italy nel mondo.
Quest anno ho partecipato anche la cena di gala che si è svolta venerdì 25 gennaio nella sala buvette del Palazzo della Gran Guardia di Verona, a cui erano presenti oltre ad esponenti del Consorzio Tutela Valpolicella e a diversi produttori, giornalisti del settore come Davide Paolini, Daniele Cernilli, Franco Ziliani, Mario Busso (seduto accanto a me), Paolo Massobrio e anche winelovers stranieri soprattutto americani.
L’Amarone è vino che ogni anno che passa, riscuote sempre più successo, soprattutto all’estero nel nord America e nel nord Europa, primi fa tutti paesi come la Germania e la Svizzera e la Scandinavia. E con mercati emergenti ed in crescita come Russia, Cina e altri paesi dell’Estremo Oriente. Infatti l’80% delle vendite è rivolta all’esportazione.
Nella suggestiva cornice del Palazzo della Gran Guardia, si sono riunite una sessantina di aziende che hanno proposto la loro produzione 2009 e, dato che quest anno ricorre anche il decennale della manifestazione, hanno potuto presentare anche altri vini agli appassionati di questo prodotto.
Alle 11 si è svolta la tavola rotonda moderata da Davide Paolini, giornalista e gastronauta di Radio 24, che ha visto la presenza di Daniele Accordini, vicepresidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Christian Marchesini, presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Alessandro Bianchi, preseidente della Camera di Commercio di Verona e Giovanni Mantovani, direttore di Veronafiere. A turno i quattro hanno presentato al numeroso pubblico in platea composto da giornalisti, wine blogger, anche stranieri, addetti del settore e produttori, l’annata 2009 dell’Amarone. Annata che, per le condizioni climatiche e ambientali, è risultata essere ottima e addirittura con delle punte di eccellenza.
Tra gli Amaroni che ho assaggiato alla cena di gala e alla degustazione a cui ho partecipato il giorno seguente, si sono rivelati molto interessanti e degni di nota quello dell’azienda Santa Sofia di San Pietro in Cariano, una delle cantine più longeve della zona, risale infatti al 1811, con un prodotto che risulta corposo, elegante e di ottima bevilità. Tra l’altro il proprietario Luciano Begnoni era seduto proprio al mio tavolo.
Altre cantine che mi hanno sorpreso positivamente sono: Corte Sant’Alda, un’azienda familiare che produce un vino “regale”, Roccolo Grassi, una realtà giovane con un ottimo prodotto, entrambe di Mezzane di Sotto. E poi Ca’ Rugate di Montecchia di Crosara e Guerrieri Rizzardi, due realtà diverse una dall’altra: la prima piccola e familiare, l’altra una delle cantine storiche del territorio, ma che hanno realizzato due prodotti accattivanti e che ha catturato il mio palato per l’ottimo equilibrio, i profumi, la corposità e l’ottima beva.
Concluderei affermando che il denominatore comune dell’Amarone 2009 è quello di avere ottime prospettive di invecchiamento, anche di una ventina d’anni.
Insomma in generale grandi soddisfazioni per quest’annata e per questa manifrstazione che richiama ogni anno migliaia di appassionati.
No Comments