Dopo una giornata di lavoro, finalmente a letto, si prende in mano un libro per leggerlo, ma ci si addormenta statisticamente con il libro sul cuscino per la stanchezza.
In vacanza invece, sotto l’ombrellone o sdraiati su un’amaca in montagna il tempo per leggere un libro si trova e si “deve” trovare. Infatti negli anni ’30 del secolo scorso, lo psichiatra americano William Menninger parlò per la prima volta di “biblioterapia” come strumento per ritrovare la serenità. Oggi gli esperti confermano questa tesi e consigliano la lettura come strumento terapeutico. Soprattutto nei casi di ansia e depressione lievi, leggere un libro è una terapia efficace.
Immedesimarsi nei personaggi di un libro aiuta ad interpretare meglio al realtà, ad acquisire consapevolezza e a controllare le emozioni. Da alcuni anni diversi psichiatri hanno cominciato a “prescrivere” libri, al posto o insieme a medicine, a consigliare letture specifiche per le crisi tipiche delle età di passaggio (adolescenza-menopausa-vecchiaia).
Ma ricordiamoci che leggere fa bene a tutti perché un libro è cibo per la mente.
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