Isabella Radaelli all'Enoteca Pinchiorri
Ristoranti

Enoteca Pinchiorri

Metti che ti trovi a Firenze per un press tour sulla #DivineBeauty, che alloggi al Relais Santa Croce, nello stesso palazzo dove si trova l’Enoteca Pinchiorri e che il press tour finisce alle 19.30 e tu rientri in hotel e non hai voglia di rimanere in camera, anche se si tratta di una bellissima suite. Come non approfittarne per provare il famoso ristorante fiorentino?

Non amo cenare da sola, ma il desiderio di cenare da Pinchiorri ha prevalso sulla prospettiva di mangiare on my own in un locale tristellato, probabilmente sotto lo sguardo curioso degli altri commensali.

Vengo accolta dalla patronne, l’elegante e gentilissima Annie Feolde, anima del locale, che mi fa accomodare in un bel tavolo d’angolo, ottima postazione per me che seguo il feng shui e in cui mi sento protetta.

Le danze si aprono con ben due amuse bouche: maccherone di riso con cacio e pepe e un biscotto di pistacchio con crema di zucca e polvere di salvia fritta accompagnati da Marchese Antinori Tenuta Montenisa Cuvée Royale. Che dire? Se questi sono solo gli stuzzichini di benvenuto, chissà il resto…

Mi fanno scegliere l’acqua da una carte delle acque minerali, con marche provenienti da tutto il mondo. Io ne scelgo una italiana.

Intanto una ragazza si presenta al mio tavolo porgendomi una scatola di pelle con un cassetto, lo apre e all’interno ci sono dei grissini lunghissimi, naturalmente homemade, come la ciabattina ancora calda che viene servita con una crema al’olio evo. Un vera squisitezza!

Arrivano agli antipasti: il primo consiste in una scaloppa di fegato grasso, piccole sfoglie, frutta e verdura all’amaretto. Per quanto riguarda l’abbinamento vini mi affido completamente al maitre sommelier Alessandro Tomberli, che mi serve con questo piatto un calice di Sauternes Château Rieussec Grand Cru Classé 2005; con il secondo antipasto, noci di capesante alla piastra, ceci, lardoni e salvia fritta invece bevo Richiari Podere Poggio Scalette, il vino di Vittorio Fiore, Igt Alta Valle della Greve 2013 che abbino anche al primo piatto: spaghetti alla chitarra con frutti di mare e briciole di pane alla bottarga. Per me, che adoro la pasta è la fine del mondo.

Fra una portata e l’altra arriva un’altro cameriere con il cestino di pane, io indecisa tra tante prelibatezze opto per una focaccina al cavolo nero e un panino con patate americane a forma di rosa.

La cameriera, ogni volta che mi porta un piatto, si sofferma e con un tocco di elegante professionalità me lo spiega accuratamente.

La cena prosegue con code di scampi dorate, cipollotto appena scottati, polenta e capperi accompagnato da un gran vino Vosne-Romanée 1er Cru Les Beaux Monts 2012 Domaine Jean-Jacques Confuron.

E’ proprio vero che la fame vien mangiando. E così, essendo avanzato ancora del Borgogna nel bicchiere, decido di prendere anche del formaggio.

Il maitre conduce al tavolo un carrello, due camerieri portano due scatole di plexiglass con all’interno un’ampia scelta di formaggi, tutti rigorosamente intonsi. Scelgo un assaggio di caciotta piemontese, Posina di latte crudo e di provenienza trentina, Pagliettina di latte misto del Piemonte e un caprino biellese alle ceneri con miele di Fiesole e composta di fichi, con del pane alla frutta secca.

Non ho fatto i conti con il sommelier che ignorando deliberatamente che nel mio calice c’è ancora del vino, mi serve un bicchiere di Guado al Tasso 2007, uno dei miei vini preferiti.

La mise en place viene accuratamente pulita per far spazio al pre-dessert: nuvola di cocco, meringa alla grappa, sorbetto al frutto della passione e biscotto alle nocciole.

Dal menu dei dessert scelgo semifreddo al gianduja con uva, fichi, cannella e vino rosso, che viene presentato su un piatto di vetro a forma di bottiglia. E trionfo della mia cena, che è stata un sublime crescendo di sapori e colori, lo Château d’Yquem Sauternes 2005 con cui concludo in bellezza questa magnifica serata,

Un buon caffè a questo punto ci sta proprio bene. E ho solo l’imbarazzo della scelta nella carta dei caffè con pregiate monorigine e single origine.

Ma se pensavate che la mia cena fosse terminata non è così, perché all’Enoteca Pinchiorri le sorprese non finiscono mai. Infatti il maitre torna al mio tavolo con un altro carrellino e mi prepara in diretta un gelato alla nocciola di Piemonte con perle croccanti di cioccolato fondente e granella di biscotto alla vaniglia. Un vera delizia.

E mentre credo che stavolta la mia esperienza gourmet sia veramente conclusa, ecco che ritorna il maitre di nuovo con il suo carrellino, questa volta sopra c’è un tripudio di cioccolati di ogni tipo, che sembrano delle opere d’arte. Pralines, lollipops, sferette, mini tavolette. E come non assaggiarli?

Questa volta è veramente arrivato il momento del “the end”.

Artefice di tutti questi sublimi piatti è l’executive chef Riccarco Monco, insieme ad Alessandro Della Tommasina. Mentre i dolci sono opera dello chef pasticcere Luca Lacalamita.

Annie Féolde mi accompagna a visitare le cucine, e la spettacolare cantina, poi ci salutiamo come due vecchie amiche ed io salgo nella mia suite contenta come una Pasqua, anche se siamo quasi vicino a Natale.

Enoteca Pinchiorri

Via Ghibellina 87

50122 Firenze

Tel, 055.242757 / 055.242777

www.enotecapinchiorri.it

Ti potrebbero interessare anche

No Comments

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi