Maurizia Gentili, la mia amica Vinarella, sapendo quanto io adori lo champagne, mi ha segnalato questa notizia:
La rivista Antioxidant & Redox Signaling ha pubblicato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della facoltà di Chemistry, Food and Pharmacy della Univeristy of Reading, secondo i quali gli acidi organici presenti nello champagne migliorano il potere del cervello.
Il team di ricercatori ha servito champagne (l’equivalente di un bicchiere al giorno per gli umani) ai topi di laboratorio per sei settimane e il risultato è stato che i roditori hanno mostrato un miglioramento della capacità della memoria spaziale. Questo grazie all’incremento dell’azione di regolazione del ciclo cellulare nella corteccia cerebrale e nell’ippocampo, ovvero quella parte di cervello che controlla l’apprendimento e la memoria.
I componenti fenolici dello champagne interagiscono direttamente con le cellule nervose, ne migliorano la comunicazione e spingono i nervi a portare i segnali elettrici al cervello per rigenerare le cellule. Quindi l’effetto bollicine, oltre a creare una sensazione tattile al palato, a incrementare l’effetto pseudo termico e di freschezza, fa molto di più, e oltre a deliziare il palato, delizia anche il sistema limbico.
Inoltre la presenza dei polifenoli antiossidanti è in grado di ridurre gli effetti dei radicali liberi, nemici del nostro organismo, e ostacolerebbero il calo dell’ossido di azoto nel sangue, abbassando la pressione e riducendo così il pericolo di problemi cardiaci e ictus.
E allora… champagne per tutti!
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