L’Osteria Al Coniglio Bianco ha preso il nome dall’insegna di una vecchia osteria dell’isola del Giglio del 1879, trovata, casualmente, presso un antiquario.
A due passi dal vicolo dei lavandai, sul Naviglio Grande, è stata aperta nel 2008 da Giampiero Linguanti, siciliano di nascita, precisamente di Vittoria (Rg), ma cresciuto in Brianza, con un marcato accento milanese che sembra più meneghino lui di tanti altri!
Giampiero vanta una vasta esperienza nel campo della ristorazione non solo in Italia, ma anche all’estero, rientrato nel Bel Paese, trascorre un periodo nelle Marche, e finalmente approda a Milano con questa nuovo progetto.
Soffitti di legno tinti di bianco, mobili antichi, tavoli uno diverso dall’altro, un’aria un po’ provenzale in alcuni oggetti trovati sempre in giro per mercatini, gli stessi vini e i prodotti ben esposti sugli scaffali pronti all’occorrenza anche ad essere venduti a qualche cliente che lo desidera e tanti i richiami al coniglio del nome.
Linguanti gestisce il locale prestando una cura, quasi maniacale, nella scelta dei prodotti e delle materie prime, che lo chef messinese Giovanni Sorrentino poi utilizza per preparare i suoi piatti.
Non solo cucina meneghina, come il classico ossobuco e il risotto alla milanese o la cotoletta orecchio di elefante, ma cucina di pesce di mare, e con prezzi relativamente cari, per dimostrare che si può mangiare del buon pesce allo stesso prezzo della carne.
Ho iniziato, come stuzzichino, con un assaggio dei mondeghili, le tipiche polpette milanesi, con salsa di senape al basilico, buonissime, appena fatte e ancora calde, poi due antipasti di pesce: acciughe del mar Cantabrico Sanfilippo con il burro di Beppino Occelli, e gamberi blu della Nuova Caledonia. Il tutto accompagnato da Champagne Charles Heidsieck brut. E già qui, per me che sono amante della famosa bollicina francese, Giampiero mi ha conquistata!
Poi ravioli ripieni di luganega di Monza (presidio Slow Food) con scaglie di Parmigiano Reggiano e tartufo nero e padellata con tuffoli di Mancini, cozze, vongole, scampi e astice. Una goduria intingerci poi il pane del panificio Grazioli di Legnano. A questi piatti Giampiero ha abbinato il Riesling Hochgewächs Trocken 2005, ottima scelta. Non sono riuscita ad assaggiare il dolce, tra l’altro sono tutti fatti in casa, ma la prossima volta sicuramente lo farò.
55 i coperti interni e 20 nel piccolo, ma delizioso e romantico dehors con vista sul Naviglio, il preferito da tanti stranieri che mangiano qui anche nella stagione più fredda.
Il vulcanico Giampiero vi spiegherà tutto sui piatti che assaggerete, seguendovi anche nell’abbinamento col vino che berrete e anche su altro perché è informatissimo su tutto e da buon oste sa intrattenere i clienti.
Mi è rimasto impresso, fra le tante cose che mi ha raccontato, questa sua teoria riguardo agli happy hour o, “apericena”, l’orribile termine con cui vengono chiamati questa sorta di aperitivi ammazzafame.
Giampiero sostiene che la colpa è tutta di noi donne. Se un uomo ti invita ad uscire e ti porta a prendere un “apericena” e ti fa stare due o tre in piedi con un tacco 12, magari all’aperto e quindi al freddo perché lui fuma, a bere porcherie come improbabili Spritz realizzati con prosecco di quart’ordine abbinati abbinati a stuzzichini dello stesso livello dalla dubbia provenienza, beh allora lui ribadisce che le stupide siamo proprio noi donne, che accettiamo una cosa simile!
Vuoi mettere un uomo che ti invita ad uscire, ma ti porta in un locale giusto, che non deve essere necessariamente stellato, va bene anche la trattoria, magari come Al Coniglio Bianco (e questo lo aggiungo io!), seduti, tête-à-tête, a lume di candela, davanti ad un buon bicchiere di vino e ad un invitante piatto caldo? Quanto hai ragione Giampiero, quanto hai ragione!
Alzaia Naviglio Grande 12
20144 Milano
Tel. 02 – 58100910
Aperto a pranzo e a cena tutti i giorni incluso sabato e domenica
Giorno di chiusura: martedì
P.S. Finalmente un locale diverso sui Navigli e con buon rapporto qualità – prezzo!
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