Un altro cult movie culinario. Si tratta di Big Night, commedia agrodolce del 1996, diretto a quattro mani da Stanley Tucci e da Campbell Scott, che ne sono anche gli interpreti.
E’ la storia di due fratelli emigrati calabresi, proprietari di un ristorante in una cittadina del New Jersey. Molto diversi tra di loto, si scontrano su come gestire il locale: Primo (il maggiore) che è lo chef, è molto legato alla tradizione della cucina italiana, e non vuole scendere a compromessi, mentre Secondo (che funge da maitre) cerca di accontentare i gusti dell’ancora esigua clientela, che ha un’idea distorta della tradizione culinaria.
Sfortunatamente gli affari vanno male, non solo perché la clientela è composta perlopiù da nullatenenti, ma anche per la spietata concorrenza di un altro emigrato, l’anziano Pascal, dedito alla criminalità e al racket degli altri ristoratori della zona. Pascal è titolare di un ristorante italiano, sempre pieno, dove la cucina italiana viene trattata secondo gli stereotipi americani, che fanno inorridire Primo (il quale aveva rifiutato di lavorarvi). Pascal rifiuta un prestito a Secondo, probabilmente dopo aver scoperto la relazione di costui con al sua giovane moglie interpretata da Isabella Rossellini. e decide di dare la spallata finale all’attività dei due, facendo credere loro che il celebre cantante italoamericano Louis Prima avrebbe cenato nel loro ristorante e fingendo di aver organizzato tutto, li convince a dare fondo alle loro ultime risorse economiche per un banchetto degno del personaggio, la cui presenza, sottoforma di pubblicità, avrebbe rilanciato finalmente il locale. Autoinvitatosi lo stesso Pascal (ammiratore della cucina di Primo) con un gruppo di amici, che si gusteranno la ricca cena nella vana attesa dell’arrivo dell’artista.
Bellissima la scena della preparazione del timballo di pasta, anche se io non sono un’amante di questo piatto. Vi assicuro che vale la visione di tutto il film. La serata scorre via con la consapevolezza sempre più grande del raggiro da parte di Pascal nei confronti dei due fratelli, che si palleggeranno responsabilità e colpe del loro fallimento in un’accesa lite sulla spiaggia, salvo poi riappacificarsi la mattina dopo davanti a pane e frittata, in attesa di decidere come affrontare il loro futuro.
Alcune curiosità: nell’edizione italiana, le origini dei fratelli sono state cambiate da calabresi (nell’edizione originale) ad abruzzesi. Questa decisione è stata presa in sala di montaggio per meglio salvaguardare il tentativo proprio del film di allontanarsi dal cliché classico del cinema americano che vede tutti gli italoamericani come dei mafiosi. Notevole, come già anticipatovi, la preparazione delle numerose pietanze e, a detta di alcuni critici, un capolavoro la scena finale, composta da un lungo piano-sequenza in cui Secondo prepara un’omelette per tre (lui, suo fratello e il lavapiatti), seguendone l’iter in tempo reale fino al momento in cui i due fratelli, seduti uno vicino all’altro, mangiano la frittata con il pane per concludere in un abbraccio fraterno.
Premiato per la sceneggiatura (di S. Tucci e Joseph Stropiano) al Sundance Film Festival. Il regista Campbell Scott è figlio dell’attore George C. Scott.
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