Gualtiero Marchesi intervistato da Isabella Radaelli
Questionario di Proust

Questionario di Proust in versione enogastronomica: Gualtiero Marchesi

Per chi non lo sapesse il Questionario di Proust era un gioco di società in voga nei salotti del XIX secolo, una specie di antenato dei test della personalità fatti per divertimento. Marcel Proust non l’ha inventato, lo ha solo reso celebre partecipando al gioco. Io l’ho rivisitato in versione enogastronomica. Questo secondo appuntamento è dedicato al Maestro della cucina italiana: Gualtiero Marchesi.

Premetto che adoro quest uomo, starei ore ed ore a parlare con lui, ad ascoltarlo, è il nonno e il padre che ho perso da piccola, ma è anche l’uomo galante che tutte noi vorremmo avere come corteggiatore. Elegante, gentile, educato, pieno di vita e di voglia di fare nonostante oggi compia ben 85 anni. mesi fa ha provato pure a lanciarsi con il paracadute.

Narrano che sia nato in una capiente casseruola di rame ricoperta di panni caldi. Ma è solo una leggenda. La stanza in cui venne alla luce era una delle quaranta del “Mercato”, l’albergo-ristorante dei genitori nel quartiere Porta Vittoria a Milano. Gualtiero Marchesi, conosciuto da tutti come il Maestro, non amo essere chiamato così, né chef, lui si considera semplicemente un cuoco. Chiamatelo come volete ma è il cuoco/chef italiano più noto nel mondo.

Considerato il fondatore della “nuova cucina italiana”, è stato il primo ristoratore italiano nel 1985 ad ottenere le tre stelle Michelin. Appassionato da sempre di arte, ha fatto parte tra il 1950 e il 1980, di quel movimento artistico che ha reso Milano una fucina di idee e che ha influenzato il suo modo di cucinare.

Il suo primo piatto è stato il pollo alla Kiev, un piatto russo che ha trasformato non nei sapori, ma nella forma. Poi sono arrivati il raviolo aperto, il risotto oro e zafferano, solo per citare due tra i suoi piatti più storici e spettacolari. Le sue creazioni assomigliano a delle raffinate composizioni artistiche e proprio dall’arte Marchesi prende spunto per realizzarli.

Dice di sé: “La mia cucina vuole essere semplice, bella e buona”. Proprio come lui!

Il tratto principale del tuo carattere?

La giovialità

La qualità che preferisci in un collega uomo?

L’’intelligenza

E in una collega donna?

Ancora l’intelligenza

Quello che apprezzi di più nei tuoi clienti?

Sempre l’intelligenza

Il tuo principale difetto?

L’’impazienza, vorrei che le mie idee si materializzassero nell’istante stesso che le penso

Il piatto per il quale vorresti essere ricordato?

Tutti

L’ingrediente preferito in cucina?

Il fuoco

E quello che proprio non sopporti?

L’ignoranza

L’incontro che ti ha cambiato la vita?

Mia moglie e la musica

Il tuo piatto preferito da cucinare?

Mi piace cucinare la materia

Il tuo piatto preferito da mangiare?

La mozzarella

La cosa che proprio non mangi?

Le spine dei carciofi

Lo chef che ammiri di più?

Io, modestamente

Un libro di cucina da cui prendere spunti?

Escoffier e i miei, quando li leggo

Se non facessi il cuoco?

Professerei un mestiere coinvolgente: arte e cultura

Il tuo sogno nel cassetto?

Trovare tutto quello che non trovo più

La colonna sonora per una cena speciale?

La cavalcata delle Valchirie

Un viaggio enogastronomico: dove?

A casa mia con gli amici di tutto il mondo

Il sapore o il profumo in grado di evocare ricordi della tua infanzia?

Il profumo della terra, il sapore dei suoi frutti

Il tuo motto?

Boia chi molla

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