Quando si nomina San Gallo, vengono subito in mente i pizzi.
Non per niente l’abito nuziale di Pippa Middleton, il vestito giallo di Michelle Obama e di altri personaggi famosi come Madonna e Adele sono stati confezionati con i pizzi provenienti da questa ridente cittadina di 76.000 abitanti. Ed anche le case di moda più conosciute come Armani, Chanel e Dior acquistano qui i pizzi per le loro creazioni.
A partire dal Medioevo fino al XIX secolo San Gallo fu il punto di riferimento internazionale per il ricamo. Si calcola che almeno una persona in ogni famiglia, si dedicasse a quest’arte. A cavallo delle due guerre scoppiò una grande crisi nel campo del tessile, seguita da una lenta ripresa. Ora di imprese ne esistono nove, e a San Gallo si produce circa lo 0,5% dei tessuti di tutto il mondo.
Ma i ricami e i pizzi più pregiati e costosi sono in mostra tra le sale del Museo del Tessile, situato nel “Palazzo Rosso”, edificato nel 1886, dove inizialmente si trovava annessa anche una scuola che oggi è stata trasferita a Zurigo.
Il centro storico della città è veramente un gioiellino con le tipiche case a graticcio, con le intelaiature in legno e gli spazi riempiti da legno, pietre, mattoni e limo e con ben 111 bovindi, chiamati Erker, costruiti tra il XVI e il XVIII secolo da ricchi mercanti che facevano a gara per costruire quello più bello e più decorato.
Il nome e la nascita di San Gallo sono dovuti al monaco irlandese Gallus e alla leggenda che ruota intorno al suo personaggio. Si narra che mentre dal lago di Costanza si dirigeva verso sud inciampò in un rovo e, forse, scorgendo un orso gli chiese di portargli della legna. Quest’ultimo obbedì e per il missionario pellegrino questo fu un segno per stabilirsi in quel luogo ed erigere il centro monastico e poi la graziosa cittadina.
Da visitare il complesso abbaziale con la maestosa cattedrale barocca con i due campanili gemelli visibili quasi ovunque. L’ideale è attraversarla tutta e uscire nel Klosterhof, cinto da mura, per osservarne la facciata est. Nel lato sud dell’altare si trova la campana che Gallus portò dall’Irlanda e che resta tra le più antiche d’Europa, e la Biblioteca dell’Abbazia, considerata la più bella sala rococò della Svizzera, dove sono conservate delle collezioni rare di libri unici. L’intera area abbaziale dal 1983 è entrata a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
D’estate è piacevole fermarsi nella “piazza rossa”, il salotto open air di San Gallo nel quartiere di Bleichi, installazione dell’artista Pipilotti Rist e dell’archietetto Carlos Martinez. E’ arredata con sofà, sedie, tavoli, e anche con una Porsche, tutti rivestiti in granulato rosso di gomma come il pavimento ed è illuminata da particolari sorgenti luminose.
Per quando riguarda la gastronomia non si può partire da San Gallo senza assaggiare la specialità locale: il Bratwurst, una salsiccia di vitello che viene servita con il Rösti (patate grattugiate saltate in padella) e salsa di cipolle. Io l’ho gustata al Restaurant Bierfalken nella centrale Spiesergasse.
A due passi dalla stazione ferroviaria, c’è il Lokremise, un centro culturale polivalente che raggruppa cinema, teatro, danza, arte ed anche un moderno ristorante. Durante il periodo d’oro dell’industria tessile tra il 1903 e il 1911, era un deposito di locomotive, nel 2009-2010 è stato ristrutturato mantenendo le sue caratteristiche originali.
La società Konzert und Theater St.Gallen, il Museo di Belle Arti, il cineforum Kinok e il ristorante Lokal offrono un ricco programma a metà strada fra cultura e gastronomia. Il Lokal è la location ideale sia per un aperitivo,che per una cena o anche un brunch domenicale ed offre come dice il nome cucina tradizionale locale e anche piatti vegetariani.
San Gallo è facilmente raggiungibile dall’Italia con il treno, per gli spostamenti è comodo acquistare lo Swiss Pass, che permette di viaggiare su tutti i mezzi (treno- bus- battelli) ed anche di entrare in più di 500 musei.
L‘Hotel Walhalla è l’indirizzo giusto per dormire a due minuti dalla stazione ferroviaria.
Info: www.st.gallen-bodensee.ch
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