Cascina Maddalena
Vino

Cascina Maddalena

E’ sempre bello scoprire delle piccole realtà, e Cascina Maddalena è una di queste.

Una storia di tre generazioni, che risale al 1946 quando nonno Giuseppe con suo fratello, acquistò la Cascina Maddalena nel comune di Sirmione. Nel 1965 fu avviata la produzione di vino per l’autoconsumo e per la vendita a qualche amico. Nel 1967, esattamente cinquant’anni fa, nacque la prima Doc lombarda che prese il nome proprio dalla frazione sirmionese: Lugana. Ma la svolta vera e propria avvenne nel 1980, Luciano e Raffaella decisero di abbandonare completamente i seminativi e investire sui moderni impianti viticoli. Un altro anno importante fu il 1999, in cui nacque la prima bottiglia di Cascina Maddalena. Mentre nel 2000 avvenne la seconda svolta: l’azienda cambiò la propria immagine e furono create la bottiglia e l’etichetta storica di Cascina Maddalena.

Oggi, la famiglia Zordan, nei suoi quattro ettari di terreno, coltiva oltre alla Turbiana, il Marzemino e il Cabernet Sauvignon.

Da alcuni anni l’azienda è guidata dalla terza generazione: i figli Elisa, Elena e Mattia. I tre fratelli si sono divise le mansioni, seguendo in modo naturale ciò che gli riesce meglio: Mattia ama fare il vino, non gli importa di espandersi, per lui è fondamentale produrre il vino come va fatto, partendo dalla cura della vigna. In qualsiasi stagione lo troverete sempre tra le sue vigne, ma mai in ufficio. Elena si occupa della comunicazione, è la pr dell’azienda, colei che fa assaggiare il loro vino e lo promuove nelle varie fiere. Invece Elisa si dedica all’agriturismo insieme alla mamma Raffaella, alle degustazioni e organizza anche interessanti corsi di cucina.

Due anni fa Elisa, Elena e Mattia hanno deciso di effettuare un restyling dell’azienda cambiando l’immagine e realizzando un prodotto più rispettoso dell’ambiente.

Il progetto più importante è partito dai vigneti, Mattia si è concentrato sulla coltivazione della vigna sostenibile, abolendo i diserbanti, riducendo il numero di trattamenti sistemici e utilizzando prodotti a minore impatto ambientale. Da quest anno applicheranno la tecnica della “confusione sessuale” per evitare i trattamenti insetticidi. Sempre per tutelare l’ambiente hanno deciso di abbandonare nelle etichette le lamine a caldo e di sostituire gli scatoloni colorati con scatole non verniciate, resistenti e green.

Si rinnovano le bottiglie, con una nuova linea: Capotesta, 7 Scurtoni, Rosanora, Clay e Leonardo. La bottiglia è più sostenibile perché pesa cento grammi in meno rispetto alle precedenti. Il tappo è a vite, detto anche “stelvin”, una chiusura organoletticamente neutra a protezione dell’integrità del vino e più sostenibile del sughero.

Con la collaborazione dell’architetto Fausto Ruggiero, Davide Bisi, esperto di wine label ed Emiliano Rossi, enologo di Cascina Maddalena, nascono anche le nuove etichette, ognuna delle quali ha una storia da raccontare.

E così l’etichetta di Capotesta, ideata dallo stesso Mattia, rappresenta il suo elettroencefalogramma, in parole povere la sua rappresentazione grafica si rivelerebbe come nell’etichetta, con in testa il suo Lugana.

Quella di Clay, argilla in inglese, non poteva che richiamare l’argilla con le sue crepe. Rosanora, invece è dedicato a Nora, la nipotina di Mattia. Questo vino le si addice perfettamente per vivacità e freschezza e le ha realizzato l’etichetta con tanti cuori rossi e la sua firma.

Per il rosso dei 7 Scurtoni, le gocce di vino che sono sull’etichetta rappresentano il mappale del vigneto dall’alto, stilizzato.

Infine per Leonardo, lo spumante metodo classico che ha preso il nome dal nipotino, l’etichetta è ancora in work in progress, ma Mattia ha già delle idee.

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