Fondaco dei Mercanti
Ristoranti

Ristorante Il Fondaco dei Mercanti

Il mulino c’è ancora ma il locale, un tempo conosciuto come Vecchio Mulino, ha cambiato nome, proprietario e anche look. Appena sono entrata al Fondaco dei Mercanti, questo è il nome attuale del ristorante, mi sono venuti in mente gli Hamptons. E poi capirete perché.

Il nome Fondaco dei Mercanti deriva da un retaggio degli studi umanistici di Laura Giovannini, proprietaria del ristorante insieme al compagno Alberto Dell’Acqua. Durante il medioevo e il rinascimento il fondaco o fontego era un luogo di alloggio e di scambio dedicato a quei mercanti stranieri che si recavano a Venezia per condurre i loro affari. A tutt’oggi, dei fonteghi nazionali esistenti, rimangono il Fontego dei Tedeschi a Rialto ed il Fontego dei Turchi tra riva di Blasio e San Stae. Con i mercanti vennero anche gli artisti, gli artigiani per scambi commerciali, culturali ed artistici. Il Fondaco dei Mercanti si ispira, rinnovandosi, a quei primi fonteghi per diventare luogo di ospitalità e di ristoro. Ma anche di incontro e di scambio sia culturale che commerciale.

Il locale è stato completamente ristrutturato: grandi vetrate che dividono una sala dall’altra, soffitto a vista di legno dipinto di bianco con colonne portanti di legno scuro e pavimenti di legno di rovere trattato. L’arredamento è moderno ed essenziale: tavoli artigianali di legno di faggio, sedie di design rivestite di pelle color verde oliva e marrone come le lampade di una nota casa di arredamento.

I tavoli sono apparecchiati con runner color avorio e tovaglie marrone chiaro. Alle pareti i quadri e gli specchi di “Lam Lee”, un’azienda di Dallas che produce anche mobili.

Il ristorante è suddiviso in tre sale molto suggestive: una calda e accogliente preferita d’inverno, perché vi è un bel camino con davanti due poltrone Frau vintage; la sala principale più primaverile ed estiva e la terza sala utilizzata principalmente per banchetti e cerimonie, dalle vetrate di entrambe si gode la vista del del bellissimo giardino fiorito. I colori predominanti sono il bianco e il marrone. Consiglio anche una capatina in bagno, anche questo nei toni del marrone, dove campeggia un lavandino molto particolare ricavato da un pezzo di fossile quindi un pezzo unico. Laura ed Alberto si sono occupati personalmente dell’arredamento.

La particolarità di questo locale che, come ho descritto all’inizio, prende spunto dai fondaci veneziani, è quello che al giorno d’oggi viene chiamato ristorante-boutique. Infatti si possono acquistare oltre ai prodotti alimentari utilizzati nelle preparazioni in cucina (tra cui delle buonissime galettes prodotte dal padre di Laura in Francia) anche i mobili, i quadri, gli specchi, gli oggetti di HautMaterial e quant’altro si vede esposto. Tant’è che alcuni giovani sposi hanno deciso di stilare la loro lista di nozze. proprio qui.

Prima di iniziare la cena Laura ci ha servito un amuse-bouche: una vellutata di piselli con gambero fritto e riduzione all’arancia. Poi abbiamo proseguito con uno sformatino di spinaci e caprino in cestino di pasta brisée con alici marinate al lime e tartare di gamberi rossi di Mazara del Vallo e pomodorini di Pachino con olio al basilico. Siamo passate direttamente ai secondi, io ho scelto naturalmente la scaloppa di goie gras con pere Williams caramellate (cotta a puntino), mentre Valentina un abbondante e invitante fritto misto composto da triglie, gamberoni, mazzancolle, anelli e ciuffi di calamaro e julienne di zucchine. Infine due dessert mousse di cioccolato bianco all’aroma di arancia con coulis di mirtilli e fondente di cioccolato bianco e nero con croccantino e salsa d fragole.

La nostra cena è stata accompagnata da una bottiglia di “Petit Camusat” Blanc de Blancs, 100% pinot bianco, uno champagne la cui peculiarità è che non contiene solfiti.

In cucina lavorano due giovani chef cremonesi: Andrea Mariotti e Valentino Bozzetti con la supervisione di Alberto Dell’Acqua, compagno di Laura e comproprietario del locale. I piatti del menù non sono molti, ma seguono la stagionalità del mercato con materie prime di ottima qualità e le proposte strizzano un occhio all’innovazione dando vita a delle gradevoli creazioni: crema di lattuga con spadellata di piovra marocchina all’aroma di prezzemolo; battuta di fassona piemontese tagliata a coltello; caramelle di pasta fresca con ripieno di ricotta e spinaci su coulis di burro e salvia; linguine di grano duro di Gragnano alle aragostelle con pomodorini e melanzane; spaghetti di farro da agricoltura biologica con paté di aringa affumicata, scampi e peperoncino; tortelli cremaschi con cialda di grana. Nei secondi, per gòli amanti della carne, un’ampia proposta di fassona piemonese: tagliata di controfiletto con dadolata di patate; tagliata di filetto con riduzione di aceto balsamico tradizionale di Modena “pedroni” coin cipolle rosse di Tropea e filetto con dadolata di patate. Poi tagliata di petto d’anatra con riduzione all’arancia; filetto di branzino alla piastra con al sapore di yogurt greco, profumato al timo e limone con spinaci croccanti. Tra i dessert, oltre a quellii da noi assaggiati: sorbetto agli agrumi e il tiramisù del Fondaco dei Mercanti.

Il menù viene cambiato ogni 10 giorni. La presentazione dei piatti è molto curata. Il pane di produzione propria. La carta dei vini offre una quarantina di etichette tra bianchi, rossi e bollicine.

Laura Giovannini si occupa del servizio in sala coadiuvata dalla giovane ma molto professionale Sonia Tagioli, responsabile di sala. I coperti sono 60, ma arrivano anche a 180. Il ristorante infatti viene scelto, per la location molto particolare e suggestiva, da coppie di sposi per organizzare il loro banchetto di nozze. Il verde dei 6500 mq del parco è in simbiosi con le sale interne che diventano un tutt’uno attraverso le grandi vetrate.

D’estate si può cenare a lume di candela nel dehors del bellissimo giardino, sotto tre gazebo di rattan bianco dove c’è posto per una cinquantina di persone.

Il sogno di Laura e Alberto per completare i locale: ristrutturare il mulino esistente per farlo diventare di nuovo attivo.

Sono sicura che prima o poi ce la faranno.

 

Il Fondaco dei Mercanti

Località Mulino

Via Rovereto 1

26010 Moscazzano (Cr)

Tel. 0373-66177

www.ilfondacodeimercanti.it

Giorno di chiusura: lunedì e martedì

 

P.S. La raffinatezza e la semplicità degli Hamptons nella campagna cremasca con la cucina della tradizione italiana rivisitata in modo creativo, manca solo il mare…;-)


Foto di Valentina Oprandi

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