Il 9 aprile 2021 avrebbe compiuto 200 anni. E’ Charles Baudelaire, “poeta maledetto”, esponente del simbolismo e anticipatore del decadentismo. E anche flâneur, termine reso da lui celebre che indica il gentiluomo che passeggia per le vie della città, senza fretta, ammirando il paesaggio, la traduzione più esatta in italiano è “andare a zonzo”.
Nato il 9 aprile 1821 a Parigi, nel Quartiere Latino, al numero 13 di rue Hautefeuille, venne battezzato nella chiesa di Saint-Sulpice. Rimasto orfano del padre a sei anni, con il nuovo compagno della madre, un militare estremamente rigido e freddo, ebbe un rapporto molto burrascoso, tormentato e soprattutto di odio e Charles non perdonò mai la donna, ma visse questa situazione come un tradimento. Entra nel collegio Reale di Lione e nel 1836 torna a Parigi per frequentare il collegio Louis-Le-Grand con risultati incostanti. Tra alti e bassi nel 1939 riesce a prendere il diploma al Lyceé Saint Louis nell’omonima isola, l’Île Saint-Louis, un pittoresco villaggio al centro di Parigi. Diventato maggiorenne, con l’eredità del padre, comincia a intraprendere una vita da bohémien e sregolata che lo porta ad assumere alcool, ed anche oppio e hashish e ad entrare nel Club des Hashischins, presso l’Hôtel de Lauzun, al 17 di quai d’Anjou, -dove abiterà dal 1843 al 1845- tra i cui membri figurano scrittori e poeti come Victor Hugo, Alexandre Dumas, Honoré de Balzac e Théophile Gautier.
Ed è proprio in questi anni che comincia a comporre le prime poesie che pubblicherà nel suo “Le Fleurs du Mal”, pubblicazione che segna il passaggio dalla civiltà romantica a quella novecentesca. Il titolo dell’opera riassume a pieno l’idea di bellezza del poeta maledetto. Il male, come il bene, ha i suoi fiori, le sue bellezze. Il male risulta però più attraente e accattivante. Il libro evoca il viaggio immaginario di Baudelaire attraverso sei sezioni: si parte dagli Spleen, la malinconia, l’angoscia di vivere degli ambienti mondani parigini, che si contrappone all’Idéal, l’ideale divino, fatto di amore e bellezza, di corrispondenza naturali, a cui si può arrivare solo appunto tramite la bellezza ideale. Poi i Tableaux Parisiens, che presentano la città di Parigi trasfigurata dall’immaginazione allucinata dell’autore. Le Vin, dove vengono citati i paradisi artificiali –alcool e droghe varie- come unico rimedio alla disperazione della vita. Les Fleurs du Mal, che elogiano il crimine e la dissolutezza e La Révolte e La mort: la ricerca della salvezza tramite Satana e la morte.
Durante la sua vita Baudelaire cambia diverse dimore: rue du Bac, 25 rue des Marais-du-Temple, oggi rue Albert Thomas, nel X arrondissement dove abita dal 1851 al 1852, e poco lontano, al numero 11 di boulevard Bonne-Nouvelle, tra il II e il X arrondissement. Dal 1856 al 1858 visse all’Hôtel Voltaire, che esiste ancora, al 19 di quai Voltaire. In seguito, Baudelaire si trasferisce nell’appartamento della sua amante, la ballerina e attrice Jeanne Duval di origini creole, al 22 di rue Beautreillis. In rue d’Amsterdam, per la precisione al numero 22, si trova invece l’Hôtel de Dieppe, qui al quinto piano, Baudelaire vive per ben cinque anni, dal 1859-1864. Dalla sua stanza con vista esclusiva sulla città scrive “Les Paradis Artificiels”, il saggio dedicato agli effetti delle droghe, e sempre da qui si ispira per descrivere quel cambiamento urbano che gli procura il famoso mal de vivre.
Per conoscere i ristoranti e le taverne preferiti da Baudelaire, in cima alla lista troviamo la Tour d’Argent, allora solo un ristorantino di quartiere, poi in rue de l’Ancienne Comédie, dove c’era il restaurant Pinson, oppure spostarsi nel XIX arrondissement: qui si trovavano La Brasserie des Martyrs, ai numeri 7 e 9 di rue des Martyrs, Le café de Madrid a boulevard Montmartre numero 6 e La taverna Saint-Austin di rue d’Amsterdam 26.
Fra le tappe del tour parigino sulle tracce dei luoghi di Charles Baudelaire anche la clinica del Dr. Duval, al numero 1 di rue du Dôme, dove l’artista entra nel luglio 1866 e muore il 31 agosto 1867. E infine il Grand Cimetière, ovvero il cimitero Montparnasse, dove, oltre ad essere sepolti alcuni tra i più grandi autori della letteratura contemporanea, nella sesta divisione si trova il cenotafio di Baudelaire realizzato nel 1902 da José de Charmoy.
In attesa di poter ripartire, potete vedere il film “Parigi Baudelaire Passeggiata Poetica” ideato e interpretato da Massimiliano Finazzer Flory, con la regia di Luca Bergamaschi e prodotto dalle istituzioni francesi Atout France, Visit Paris Region e dall’Ufficio del Turismo di Parigi. In 34 minuti Finazzer Flory ripercorre le orme del “poète maudit”, attraverso i luoghi più affascinanti della Parigi dell’Ottocento, con in sottofondo la musica di Stefano Salvatori.
Info: Francefr
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