Chi l’ha detto che gourmet deve essere sinonimo di “poco”?
Chiedetelo a Michele Iaconeta, nuovo chef executive de La Casa degli Spiriti.
Proprio ieri, curiosa come sempre, sono stata a provare la sua cucina, contenta come non mai di snobbare il Vinitaly.
Quello che trasmette Michele appena lo si conosce è la modestia e l’umiltà, doti ultimamente perse sulla “via per Masterchef”. Riservato e timido, classe ’79, Michele Iaconeta arriva dalla Puglia, e il suo bagaglio culinario è fatto di tradizione, semplicità, mediterraneità uniti alla passione per la cucina ereditata dalla nonna.
Con esperienze lavorative che spaziano dall’Inghilterra al Nordcode, passando per il St. Hubertus di San Cassiano, l’Adler Balance di Ortisei e il Vescovado di Noi, fino al ristorante Azurmendi di Bilbao in Spagna, da febbraio 2017 è approdato alla Casa degli Spiriti con la sua brigata composta da Leonardo Esposto, Giuliano Armillotta, Giuseppe Vitulano, Elia Piazza, Pierluigi Vescovado e Linda Bartolini.
Ma sono i suoi piatti che parlano, cos’altro può descrivere meglio la filosofia di uno chef?
Mi hanno colpito le porzioni “giuste”, oserei dire abbondanti, che, come ho scritto all’inizio, discostano dal concetto di cucina gourmet che prevede invece piccoli assaggi, normale evoluzione della nouvelle cuisine. Anche se le porzioni sono leggermente fuori dalla norma dei criteri che ho appena citato, i suoi piatti sono estremamente curati, caratterizzati da una creatività work in progress e con i sapori ben distinti.
Dopo il ricco benvenuto, che ormai contraddistingue la Casa degli Spiriti, composto da tacos (polipo e borlotti, pesto e caciocavallo grattugiato, tonno su polvere di piselli e zest di agrumi), fiore di zucca in tempura, oliva ascolana su letto di verdurine, raviolone ripieno di gamberi e carciofi su polvere di rapa rossa e l’immancabile sacchettino con le verdure disidratate e aromatizzate da consumare sul posto o da portare a casa come snack pomeridiano.
Ho avuto il piacere e l’onore di assaggiare un anteprima, un piatto fuori programma che verrà presto inserito in carta, il nome “Io non sono vegano” è già una garanzia e, se alla vista si presta a degli equivoci come piatto dedicato a dei vegani, il gusto non smentisce, alla base polvere di piselli, acciuga e anguilla marinata, sopra pomodoro ripieno di burrata pugliese, un alchegengi ripieno di foie gras, un ravanello ripieno di carne salà e un piccolo cavolo ripieno di ricci di mare, il tutto decorato con tre carote, la classica, la gialla e la viola con crema alla mela verde.
E dopo questo piatto sorprendente, le danze di aprono con capesante, foie gras, asparagi verdi e bianchi di Bassano e gel al lime, seguito da sandwich di seppia, spuma di patate con il suo nero e le sue uova: due antipasti notevoli.
Eccezionale il riso Carnaroli “Acquerello” alla rapa rossa mantecato con burro di capra e lemon grass: preparato all’onda e con i chicchi ben separati e croccanti, cotto al punto giusto.
Il secondo consiste in un filetto di rombo chiodato scottato sulla plancia, con tortino di verdure miste, spinacini di campo, maionese fatta in casa all’aglio dolce.
Per “rinfrescarsi la bocca” un pre – dessert: sorbetto al cappero, che introduce una mousse al cocco e fava tonka con gelato al pistacchio di Bronte e infuso di melograno. Per concludere dei deliziosi petit fours.
Cosa ho bevuto? Beh naturalmente champagne! Perrier-Jouët Grand Brut.
Per parafrasare la famosa citazione di Virginia Woolf, non si può mangiare bene e bere bene se non si è in una location perfetta, e la Casa degli Spiriti lo è, con il suo panorama mozzafiato, gli ambienti eleganti e raffinati e l’alone magico che la circonda, senza dimenticare la calorosa ospitalità dei padroni di casa: Federico Chignola e Sara Squarzoni.
Via Monte Baldo 28
37010 Costermano (Vr)
Tel. 045 – 6200766
Da marzo ad ottobre aperto tutti i giorni.
P.S. Michela Iaconeta è senza dubbio uno chef da tenere d’occhio, sono sicura che molte saranno le sorprese nel prossimo futuro sotto l’auspicio di una buona stella!
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