Questo post esula dai temi che tratto solitamente nel mio blog, faccio un’eccezione e ci tengo molto a pubblicarlo per dedicarlo alla persona che mi ha fatto nascere. Perché la mamma è sempre la mamma.
La mamma riservata, di poche parole, bella, con un portamento elegante che sembra quasi una nobile.
La mamma che è nata a Lucca, ha abitato in via del Duomo, e in un altana in piazza S.Giovanni, e poi si è trasferita a Viareggio in Via Fratti dove c’era il ristorante Bombetta e mi raccontava che andavano a prendere dei piatti pronti da mangiare (il take away o la rosticceria di adesso 😉
La mamma che lavora al Principe di Piemonte, i balli in maschera per il carnevale, il bulldog francese Pool, affidatole a lei e alla famiglia da un Duca, che le faceva compagnia e la proteggeva e, a volte, le distruggeva anche qualche bambolina, ma lo faceva per giocare.
La vita non facile, la guerra, le avversità.
Il matrimonio sui generis al lago di Comabbio, vicino a Varese.
La mamma che ricordo io è negli anni ‘6o con le borsette di rafia, l’ombrello uguale al foulard, gli abiti smanicati, gli occhiali alla Jackie O., i guanti di cotone d’estate.
Le vacanze a Riccione, Alassio, Pietra Ligure, S.Margherita, Portofino, il Covo di Nord Est dove andavano a ballare. le cene alla Taverna del Pescatore o da Puny.
La vacanza a Roma insieme solo io e lei, d’estate, dove la sera la “costringevo” a portarmi al bar e a cenare con cappuccino e cornetto.
Le cremolade, i tramezzini alla Casina Valadier con l’aranciata Ferrarelle.
La mamma che ti fa arrabbiare, ti tratta sempre come se tu fossi un’incapace, forse è solo paura per te?!?
La mamma che, anche dopo quarant’anni in Lombardia, non perderà mai il suo accento toscano.
La mamma che è cambiata, e tu non lo accetti e ti arrabbi, ma è la malattia e non c’è nulla da fare.
La mamma che soffre, che non è più lei, ma che se le chiedi “chi sono?”, risponde: “la mia Isabellina!”
La mamma che adesso è vicina all’altra mamma, e si faranno compagnia, almeno così mi piace pensare.
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