Una Svizzera poco conosciuta per noi italiani. E’ quella del nord est, di lingua tedesca, che in occasione dell’Avvento e del Natale si accende di luci e di atmosfere magiche.
Il mio tour inizia da San Gallo,
la città dei pizzi e della stupenda Biblioteca settecentesca in stile barocco, Patrimonio culturale dell’Umanità Unesco insieme a tutto il complesso dell’Abbazia benedettina. Una biblioteca tanto preziosa che vi si accede indossando sopra le scarpe delle pantofole di feltro grigie, per non rischiare di rovinare l’antico pavimento di legno e che contiene ben 160.000, di cui 2200 scritti a mano e 500 risalenti a prima dell’anno 1000. ed ospita, due volte l’anno, delle mostre, un’occasione per presentare i capolavori del suo inestimabile archivio. Fino al 12 marzo 2017 si può visitare “Il fascino dell’alfabeto. L’evoluzione della scrittura latina”.
Le vie di San Gallo sono illuminate da 700 le stelle, ognuna ha 14 punte che rappresentano i quartieri della città. Una tradizione che si ripete da anni. E sono 40 le casette di legno che compongono il mercatino di Natale, c’è anche la possibilità di partecipare al “Weihnachtliches St. Gallen”, un tour guidato in italiano, organizzato dall’ufficio del turismo di San Gallo–Lago di Costanza.
Particolare l’albero di Natale al centro del cortile dell’ex convento benedettino, che non è addobbato con le solite palle colorate, ma con tazze e piattini di diverse fogge e colori che, mossi dal vento, tintinnano. Un’originale idea degli studenti della scuola d’arte, da copiare anche a casa.
Un intero quartiere è tutto tinto di rosso, ma non è un addobbo natalizio, è un’installazione di Pippilotti Rist, la famosa artista svizzera, e dell’architetto Carlos Martinez. Tra moderni palazzi di vetro sedi di banche, un enorme tappeto rosso ricopre tutto, panchine, tavoli, persino una Porsche con tanto di multa, un’opera d’arte a cielo aperto, illuminata da grandi sfere che cambiano colore, e dove i sangallesi si siedono durante la bella stagione per la pausa pranzo.
Infine come non assaggiare il Biber, il dolce tipico di San Gallo, a base di di miele, farina e un mix di spezie, anice, coriandolo e chiodi di garofano, formato da due dischi con un ripieno di pasta di mandorle. Da Roggwiller, la più bella pasticceria della città, nonché accogliente tea-room con divanetti di velluto rosso e servizio super cortese, il proprietario Martin Schnyder mi ha mostrato, nel suo laboratorio, come si realizza. Le decorazioni più richieste sono quelle con l’orso. simbolo della città e con la cattedrale. Ma alcuni clienti le vogliono personalizzate, magari con il disegno della loro casa. Qui, oltre al famoso dolce, troverete anche delle golose praline, alcune fashion, così le ho soprannominate io perché mi ricordano i disegni e i colori di alcune brand di moda.
E’ bello passeggiare nel centro storico della città dove convivono vecchie case di legno, con scenografici bovindi, palazzi in stile liberty e moderne costruzioni come il Pfalzkeller, la galleria ricavata nelle vecchie mura dell’abbazia che l’architetto Calatrava nel 1998/99 trasformò in un salone per riunioni ed eventi, da cui si accede da una spettacolare porta d’ingresso mobile e con tetto rialzabile.
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