Quando arriviamo a Civitavecchia piove, lo Star Clipper bello e imponente ci aspetta sulla banchina. 115 metri, quattro alberi, tre con vele triangolari, uno, l’albero di trinchetto, con i pennoni e le vele quadre e un bompresso, che si allunga sull’acqua per qualche decina di metri e un magnifico slancio di poppa d’altri tempi. Che dire? E’ sempre stato uno dei miei must do ed ora si avvera.
Saliamo e ci accolgono con un aperitivo di benvenuto: Planter’s Punch e un ricco buffet. Accompagnato da musichette tropicali. Sembra quasi di essere ai Caraibi. Ci dà il benvenuto il comandante Peter, piccolino, magro, con orecchino d’oro al lobo sinistro, sembra quasi un ex-hippy che, nonostante i vari joint, è sopravvissuto a Woodstock.
Seduti al Tropical bar riconosco lo chef Jörg Nöcker e la sommelier Lidwina Neh che terranno le lezioni sul tema: limone, capperi e olive e degustazioni di vino e olio d’oliva. Perché questa è una Crociera Gourmet. Mi presento e presento anche Daniele.
Intanto esce anche un pochino di sole. Facciamo un breve giro sul veliero: è proprio bello.
Anche la mia cabina tutta in teak, ottone e bagno di marmo, nonostante sia piccola, ha tutti i comfort da hotel a cinque stelle. È la numero 106, commodore deck, categoria 3, quindi di categoria medio-alta e si trova a prua. Trovo come benvenuto un piatto di biscottini e una coppa con frutta fresca.
Alle 18.30 c’è il drills, che sarebbe poi la prova di emergenza. Indossiamo il giubbotto di salvataggio, per me è la prima volta, e spero che sia anche l’unica! Dopo alcune info in inglese e tedesco (nessuno parla italiano, ma per me non è un problema) sulla procedura di un’eventuale evacuazione, rientriamo nelle nostre cabine e ci prepariamo per la cena.
Per la prima sera opto per un look Chanel: maglia a righe bianca e nera con fiori applicati su un lato, leggins neri e sandali infradito con perle.
Ci sediamo al tavolo con Roger australiano con passaporto anche inglese e residenza a Parigi, e Margaret e Molly due texane con oil, horses and guns, come dicono, scherzando o forse no?!?
Si aggiungono due ragazzi del crew che si occupano dello sports, Martin e Albin, svedesi, giovanissimi e biondissimi. Ceniamo in un melting pot di lingue. Menù internazionale con millefoglie di salmone affumicato come entrée e piatto principale (noi scegliamo il pesce).
Alle 22 si salpa. Saliamo tutti al sun deck dove issano le vele con sottofondo musicale di Vangelis, che si ripeterà ogni volta che salperemo e che isseranno le vele. C’è la luna piena, un gran vento, ma è tutto molto suggestivo.
Conosciamo Nicola Guida chief engineer, unico membro italiano dell’equipaggio. È un vulcano di battute e ci fa letteralmente morire dal ridere.
Scendiamo e andiamo nella library, alle 23 Daniele dice che esce un attimo a prendere una boccata d’aria. Non lo vedrò fino al giorno dopo.
Il mare è agitatissimo, in cabina si muove tutto, sento il rumore delle onde che sbattono contro l’oblò e a malapena riesco a stare in piedi.
Vado a letto e sarà una notte agitata, molto agitata…
continua…
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