E’ indubbiamente la terrazza più bella della Versilia, quella del Piccolo Principe, ristorante gourmet, due stelle Michelin, situato all’ultimo piano del lussuoso e storico Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio.
Il décor è raffinato, tanto bianco e una spruzzata di blu, e il tocco orientale dei vasi cinesi alle finestre, un look marinaro chic che ricorda molto la Costa Azzurra, una mise en place semplice, pulita ed elegante ed un servizio di sala impeccabile.
Alla guida del locale l’executive chef Giuseppe Mancino, classe 1981, di origini campane, ma toscano d’adozione, umile (di questi tempi non è poco) e propositivo. Approda a Viareggio nel 2004, nel 2008, a soli 27 anni, conquista la sua prima stella Michelin e nel 2014 arriva anche la seconda.
E’ autodidatta, ha cominciato giovanissimo a lavorare nel locale di famiglia in provincia di Salerno e i suoi piatti sono frutto di ricerca, studio, tanta passione e anche delle esperienze lavorative effettuate sia in Italia che all’estero.
La sua cucina è contemporanea, tradizionale ma allo stesso tempo fusion, dentro c’è tutto: oriente e occidente, terra, mare, il sottobosco, i vegetali, non ha preconcetti in fatto di ingredienti.
Viene definito il “sarto della cucina italiana”, perché con materie prime soprattutto locali ma non solo, “confeziona” piatti creando interessanti combinazioni di sapori ed equilibri, senza azzardi, seguendo la tradizione e reinterpretandola, utilizzando però tecniche moderne, perché il suo scopo non è tanto stupire, ma conquistare l’ospite.
Un vero viaggio nel gusto che emoziona, un’esperienza sensoriale indimenticabile che io ho avuto il piacere di provare, e che inizia con un aperitivo di benvenuto composto da alcune tapas da gustare in senso orario, come mi raccomanda il maître Fabio Santilli: tacos di mais con gambero biondo e maionese di agrumi; tapioca all’alga nori con maionese di frutti di mare e cetriolo in osmosi; crackers di grano arso con caprino, lamponi e foglia di cappero e roll di nero di seppia con crème fraiche, uova di salmone e gel di lime accompagnate da champagne Bollinger Special Cuvée.
Gli amuse bouche invece consistono in uovo di quaglia poché su crema di patate e caviale; e ostrica, rapa rosa, lime e yogurt presentati in due contenitori ad hoc molto speciali: una zampetta di gallina il primo e una grande ostrica il secondo.
Si parte quindi con il percorso degustazione vero e proprio, un menu a sorpresa declinato in 10 portate, “A modo mio…passato e presente”, in cui lo chef Giuseppe Mancino come un artista disegna a mano libera su una tela bianca, creando delle opere d’arte fatte di sapori, profumi e sensazioni visive.
Gli antipasti: triglia di scoglio croccante con scarola, mozzarella affumicata, essenza di pomodoro, olive e capperi, la mediterraneità nel piatto, e un sorprendente sushi toscano affumicato composto da battuta di carne del Masoni, pane fritto, tartufo di stagione selezione Savini, pecorino ed erbe amare.
I primi piatti: la calamarata di Gragnano, uno dei piatti signature dello chef, un altro retaggio delle sue origini campane, con frutti di mare, calamari, crostacei e punte d’asparagi, ma cotti con una tecnica moderna il “sottovetro”, una vera esplosione di mare; ravioli di farina di riso con granchio, lumachine di mare, aglio nero, polvere d’alghe e pomodoro giallo, omaggio all’oriente; e gli agnolotti, dove il Piemonte s’incontra con la Toscana, ripieni di cipolla fondente, coda di bue, salsa al pecorino, tartufo di stagione e sedano croccante, la salsina è da “scarpetta”…
I secondi piatti: due interpretazioni in stile fusion: dentice con salsa al curry, finocchi e pac-choi; e anatra laccata al tamarindo con i suoi fegatini, cipollotto caramellato, cicorino nostrale e salsa alle spezie.
Il pre dessert, una composta di fragole e pomodoro, créme fraîche sferificata e granita al basilico, pulisce la bocca e la prepara al dessert: La Pera, ovvero una bavarese, la sua composta, cannella, sablé alla nocciola e gelato di ricotta di capra. Tanto buona quanto scenografica, tanto che dispiace “romperla” per mangiarla.
Si conclude con la piccola pasticceria ed un ottimo caffè servito in una tazzina très chic.
Per quanto riguarda il vino, mi sono affidata al sommelier Manuel Ghezzi che ha selezionato sei vini creando un percorso di abbinamento con il menu che ho gustato. Quindi doppia sorpresa!
D’estate si mangia a bordo piscina con la vista che spazia dalle Alpi Apuane al mare.
Che dire? E’ stata un’esperienza da principessa, tanto per parafrasare il nome del ristorante. Un pasto che mi ha regalato emozioni e buonumore, piatti che si fanno ricordare proprio come è successo con me.
Piccolo Principe
gourmet restaurant
Piazza Puccini 1
55049 Viareggio (Lu)
Tel. 0584 401806
www.ristoranteilpiccoloprincipe.it
Aperto dall’8 marzo al 3 novembre 2019.
Aperto sia a pranzo che a cena dall’8 marzo al 31 maggio e dal 18 settembre al 3 novembre, con orari 12.30/14.30 e 20.00/22.00. Giorni di chiusura lunedì e martedì.
Dal 1° giugno al 17 settembre solo a cena dalle ore 20.00 alle ore 22.30, con giorno di chiusura lunedì.
P.S. Uno chef talentuoso, un artista della cucina ma low profile, autore di una cucina regale, ma per niente pomposa.
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