E’ ripresa alla grande l’attività di Casa di Alti Formaggi, con un ricco carnet di appuntamenti con ospiti importanti e prodotti di alto livello.
Insieme a monamour e a Daniele Orlandi, amico e collega, ho partecipato ad una interessante e pétillante degustazione dove i protagonisti sono stati i tre formaggi padani rappresentati da Casa di Alti Formaggi e lo champagne. Ho avuto così finalmente l’occasione di conoscere Andrea Gori, Ambassadeur de Champagne 2011, sommelier 2.0 e grande esperto ed appassionato di champagne, che ha condotto la degustazione insieme a Vincenzo Bozzetti, tecnico del settore lattiero-caseario e giornalista.
Primo champagne degustato Jean Velut, Chardonnay 100% Blanc des Blancs, prodotto con uve del 2008, 2006 e 2004, azienda che produce 30.000 bottiglie l’anno, con 10 ettari di vigneti, che, essendo situati a sud della regione, ricca di gesso, danno uno champagne più “mediterraneo”, un prodotto più grintoso con una nota acidula finale ben definita. Si percepiscono note agrumate, in particolare di lime e pompelmo, e la maturità invece si esprime nella prugna Mirabelle e nel pan brioche. Il Taleggio Dop è il formaggio che è stato abbinato a questo champagne. Tre formaggi in uno: quello in superficie che noi chiamiamo crosta, il secondo nel sotto crosta e il terzo all’interno cioè l’anima morbida. In questo abbinamento il formaggio ha prevalso sulla bollicina francese perché, tra i tre presentati, questo ero lo champagne meno strutturato e forse più adatto ad aperitivi.
Seconda bollicina presentata Jean Vesselle, Pinot nero 80% e Chardonnay 20%, champagne dove la struttura dell’uva rossa si sente molto. Specialità della maison, che produce 100.000 bottiglie l’anno, è il Pinot nero, si trova infatti a Bouzy, sulla montagna di Reims, zona dei vini rossi, l’unico posto dove per fare il rosé si “taglia” il rosso con il vino bianco. Si riconoscono aromi di fragola, di more, gelso, lavanda, tabacco, note pepate e frutti di bosco. Con una punta di nota finale di Chardonnay. L’abbinamento in questo caso è stato fatto col Salva Cremasco, il formaggio della pianura padana più alpino, perché ricorda aromi e sapori della montagna. Chiamato così perché durava nel tempo, ovvero si salvava. L’accostamento è ben riuscito perché il perlage in questa bollicina era più fine e persistente, con una maggiore acidità, che ha pulito bene la bocca e non ha coperto la sapidità del formaggio.
Ultimo champagne proposto: Marie Noëlle Ledru, Pinot nero in purezza, Grand Cru, millesimato di Ambonnay, proveniente sempre dalla zona della montagna di Reims, ma più a sud del precedente champagne. La proprietaria della cantina, conosciuta anche come signora del Pinot nero, possiede 5 ettari di Pinot nero e 1 di Chardonnay. Questo champagne millesimato è del 2008, annata matura e calda, che ha prodotto un vino più completo. Al naso più delicato e sottile, con note fruttate di frutti di bosco, sentori di rabarbaro, miele e castagno e di zenzero fresco. In bocca intenso e di corpo, molto sapido e minerale. Abbinamento ben riuscito con il Provolone Valpadana piccante di 9 mesi, formaggio che meglio rappresenta l’evoluzione del gusto, nato da un intreccio tra la sensibilità artigianale e la tecnologia moderna. Il punto di partenza è il latte di vacche Frisone allevate nella Pianura Padana. In origine veniva prodotto con il caglio di capretto. Lo champagne Marie Noëlle Ledru, non ha sovrastato la piccantezza, ma ben si è sposato con il formaggio.
A fine serata Andrea Gori ci ha invitato a cambiare gli abbinamenti per verificare il gusto a seconda del proprio palato. Mi sono divertita ad ascoltare i commenti degli ospiti presenti, impegnati anch’io a variare ed incrociare l’ordine dei vari abbinamento. Ma su un punto tutti ci siamo trovati d’accordo: la piacevolezza e la qualità dei prodotti degustati.
Di seguito potete vedere il video della serata, girato dalla bravissima video-maker Stefania Cattaneo:
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