Franciacorta tour
Vino

Franciacorta tour

Con un piccolo gruppo di giornalisti ho trascorso un’intera giornata, un sabato purtroppo piovoso, ma il tempo non si può comandare, in Franciacorta, per visitare tre cantine, tre realtà imprenditoriali, diverse tra loro, ma accomunate dalla qualità, la semplicità e la naturalezza dei vini che producono.

Prima tappa all’azienda La Fiòca, che in dialetto bresciano significa falce, il nome deriva dalla forma del vigneto della famiglia Gatti, proprietaria ed impegnata nella produzione di vino da 60 anni. E’ situata a Nigoline di Corte Franca (Bs) ed è stata fondata da Orazio, che ha passato il testimone al figlio Sergio e al nipote Massimiliano che ci ha accolto in azienda. Cinque ettari di vigneti che godono di un clima mite, ideale per produrre circa 50mila bottiglie, di cui il 25% destinato al’esportazione, principalmente in Europa. Sei tipologie di bollicine, tra cui un nuovo prodotto: Nudo Brut Nature, vino spumante di qualità ancestrale, ottenuto da uve Chardonnay ben mature. La fermentazione naturale del mosto è, ad un predeterminato stadio, bloccata e riprende, per esaurirsi, dopo l’imbottigliamento, sicché la presa di spuma avviene senza aggiunta di saccarosio. Per le sue fermentazioni non vengono addizionati lieviti e l’anidride solforosa in esso contenuta deriva solamente da quelli indigeni. Per le fasi di lavorazione e la conservazione non vengono utilizzati solfiti. Alla sboccatura non viene aggiunto nulla. Da qui il nome Nudo.

La seconda cantina visitata è Lantieri de’ Paratico con sede a Capriolo (Bs), une delle prime aziende ad aver iniziato la produzione di Franciacorta con rifermentazione in bottiglia. Casa Lantieri, grazie alla lungirmiranza di Gian Carlo Lantieri e alla tenacia di Cesare Ferrari, dette vita al primo Brut Pas Dosé (senza aggiunta di liquer) della Franciacorta. Oggi l’azienda produce poco più di 120.000 bottiglie di Franciacorta Docg, oltre a 40.000 di Curtefranca rosso e bianco su un terreno a viti di 18 ettari, interamente coltivati dalla famiglia. Sono sette le bollicine in cui il fil rouge è lo Chardonnay: si parte dal base Brut , l’Extra Brut, il morbido Sàten, L’Arcadia Millesimato, poi il Rosé Arcadia, il semplice Rosé fino all’ultimo nato Origines, Brut Riserva, prodotto da una selezione di uve Chardonnay 80% e Pinot Nero 20% vinificate in parte in barrique di secondo e terzo passaggio.

Ultima, ma non meno importante, l’azienda agricola Il Dosso, fondata nel 1997 da Luca Archetti, un rivoluzionario in Franciacorta, che segue una sua personale filosofia vitivinicola, ovvero secondo lui la viticoltura locale risponde alle richieste del mercato e al gusto dei consumatori, ma tradisce la varietà del sottosuolo franciacortino. Archetti, sostendendo il legame tra la Franciacorta e i suoi vini, produce il vino ascoltando ciò che la vigna ha da dirgli in quel momento e si occupa personalmente di tutta lavorazione fino all’etichettatura. 32 sono le tipologie di vino, ma non vengono prodotte tutte, perché la loro produzione segue l’andamento della terra. Tutto ciò viene realizzato nell’assoluto rispetto delle modalità tradizionali di vinificazione. Nel territorio delle bollicine, Archetti, ha scelto di privilegiare i vini rossi, che costituiscono oltre i tre quarti della sua produzione. Il nome di ogni vino è legato ad una bella storia che è raccontata nelle originali etichette. Insomma un vino che fatto col cuore che ti lascia grandi emozioni.

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