In attesa di riprendere a viaggiare, possiamo gustare i sapori del mondo attraverso un cocktail. D’altra parte la storia e la cultura di un Paese sono caratterizzate anche dalle sue specialità culinarie, dal vino e dai drink, che accompagnano i momenti piacevoli delle nostre vacanze e dei nostri viaggi che in questo periodo, purtroppo, non possiamo fare.
Dall’italianissimo Spritz, al cubano Mojito, passando dalla Spagna con la Sangria, ecco le ricette dei cocktail più famosi da realizzare a casa per un tour mondiale attraverso il bicchiere.
Aperol Spritz – Italia
Nato tra gli anni ’20 e ’30 in Veneto tra Padova e Venezia, è l’aperitivo classico italiano, un mix tra dolce e amaro, dal brillante color arancio, da gustare in giardino o in terrazza in attesa di poterlo bere seduti in un bar in una delle tante stupende piazze d’Italia.
Ingredienti:
1 bottiglia di Prosecco freddo
1 bottiglia di Aperol
Acqua frizzante o Soda
Cubetti di ghiaccio
Fette di arancia
Pimm’s – Inghilterra
Il Pimm’s è il superalcolico più british che esista, servito durante il torneo di Wimbledon e nelle gare di polo. Questo cocktail rinfrescante, profumato e a base di frutta, incarna perfettamente i sapori dell’estate inglese. Da sorseggiare in casa mentre giocate a Scrabble o in giardino se volete cimentarvi con il croquet.
Ingredienti:
Pimm’s No.1
Limonata
Foglie di menta fresca
Fragole tritate
Arancia a fette
Cetriolo tritato
Ghiaccio
Mojito – Cuba
E’ la bevanda nazionale di Cuba, un cocktail dissetante inventato dal pirata Sir Francis Drake inizialmente preparato con aguardiente (rum non invecchiato), diventato poi modaiolo nel XX secolo. Pare che fosse il preferito di Ernest Hemingway, che lo beveva alla Bodeguita del Medio, in cui campeggia la scritta, a lui attribuita, “My mojito in La Bodeguita, My daiquiri in El Floridita”. In realtà, sembra che non corrisponda a verità, ma ha sicuramente contribuito a farlo conoscere nel mondo.
Ingredienti:
Zucchero semolato
Foglie di menta
Succo di lime
Rum bianco
Ghiaccio e acqua gassata
Sangria – Spagna
Il nome deriva da sangre, in spagnolo sangue, per il colore rosso che la contraddistingue, anche se esiste una versione catalana realizzata con vino bianco o spumante. Da abbinare alla paella o da bere anche come aperitivo con le tapas è una bevanda che invita alla socializzazione, e mette allegria e voglia di far fiesta.
Ingredienti:
Vino rosso
Succo d’arancia fresco
Brandy
Zucchero
Pesche
Arancia
Limone
Acqua di seltz
Cubetti di ghiaccio
Caipirinha – Brasile
“Se a vida lhe der um limão, faça dele uma Caipirinha” (“Se la vita ti dà un limone, fanne una Caipirinha”) dice un detto brasiliano. La Caipirinha (che in portoghese significa bambina contadina) è un’icona indiscussa del Brasile. L’ingrediente principale è la cachaça, acquavite brasiliana, prodotta con lo zucchero di canna. La Caipirinha è adatta alla calda stagione estiva, ideale da sorseggiare in giardino ascoltando Bossa Nova sognando di essere a Ipanema.
Ingredienti:
Succo di lime
Sciroppo di agave o zucchero bianco
Cachaça
Ghiaccio tritato
Pisco Sour – Perù
E’ stato creato dal barman Victor Morris, immigrato americano di Salt Lake City che si trasferì in Perù nel 1913. Da allora è stato adottato come bevanda nazionale del Paese, dove si celebra anche una festa il primo sabato di febbraio. E’ un cocktail molto forte, considerato una “bomba” per l’alta gradazione alcolica dovuta al Pisco, l’acquavite ricavata dalla distillazione di vino bianco e rosato, aromatico e non.
Ingredienti:
Pisco
Succo di lime
Succo di limone
Sciroppo di zucchero
Albumi
Amargo Chunco Bitter
Piña Colada – Porto Rico
Un mix tropicale di cocco, rum bianco e ananas, fa della Piña Colada uno dei cocktail preferiti sulla spiagge di Porto Rico e non solo. Per ricreare una situazione vacanziera americana con camicie sgargianti, infradito, bikini fluo e sottofondo musicale steel-band, servitelo con una ciliegia al maraschino e un ombrello di carta. Sarà il massimo del kitsch, ma vi sentirete veramente in vacanza.
Ingredienti:
Succo di ananas
Rum bianco
Latte di cocco
Ananas
Photo Credits @Condé Nast Johansens
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