Una serata speciale al The Hub, hotel alle porte di Milano, il cui arredamento sembra uscito da una stampa dell’artista statunitense Shag, e che ha ospitato due realtà lontane geograficamente, ma unite per la tipicità e la qualità del prodotto: Ecorì, eccellenza del riso italiano e Citra vini abruzzesi di carattere.
Da una parte dunque la vercellese Ecorì, che raggruppa nove imprenditori agricoli, i quali conferiscono alla società la miglior qualità di riso della loro produzione.
Tutto ciò all’insegna della tracciabilità certificata e del 100% di purezza varietale. Il riso infatti è prodotto in modo “pulito” nel pieno rispetto dell’ambiente in cui viene coltivato, la coltivazione avviene sotto il diretto controllo dei tecnici della Regione Piemonte e tutte le fasi di conservazione del riso, dopo la raccolta, escludono l’uso di prodotti chimici.
Ma come ha affermato uno dei produttori di Ecorì presente alla degustazione, Umberto Mainardi: il riso nasce nell’acqua e muore nel vino. E citazione non poteva essere più adatta, perché la morte sua è stata l’abbinamento ai vini di Citra, primo consorzio di viticoltori d’Abruzzo, che riunisce nove cantine della provinica di Chieti, con tremila soci e circa seimila ettari di vigneti che si estendono dalla costa adriatica, all’entroterra, passando per le pedemontane, ricoprendo così diversi terroir. Infatti Citra, il nome scelto per chiamare l’azienda, è un avverbio latino e significa “al di qua”.
Le danze si sono aperte con degli sfiziosi finger food: Ecorì Baldo con verdure e cozze, riso Venere con gamberetti abbinati al Peco”rino” spumante brut, brioso e con un’ottima mineralità e al Primae Lucis brut di un bel rosa intenso che, come ha spiegato Lino Olivastri, enologo di Citra, ricorda “le albe sul mare Adriatico” e “dai sentori di ciliegia e frutti rossi”.
La serata è proseguita con una cena placée dove lo chef executive Sandro Mesiti ha proposto un Carnaroli mantecato con mozzarella di Bufala, capesante grigliata e colatura di alici, abbinato a Quoque, 100% uve pecorino, dalle sfumatture dorate, con note floreali e profumi di frutta tropicale. Infine una grigliata di carne (manzo, pollo e salamella) con riso Ermes, verdure e salsa barbecue che si è sposato benissimo con l’importante Caroso, Montelpulciano d’Abruzzo, dai profumi fruttati e balsamici con tone speziate, affinato in botte e barrique.
Infine, dulcis in fundo, un tortino – spiedino di cioccolato e ananas su bastoncino di cannella e gelato alla radice di liquerizia, accompagnato da Moscardello, l’espressione dolce dell’azienda Citra, spumante fresco ed avvolgente.
Alla serata erano presenti tre dei nove soci di Ecorì: il già citato Umberto Mainardi, Gianni Greppi e Laura Renditore e per Citra Vini l’enologo Lino Olivastri e Paolo Dragani, rappresentante del settore Horeca.
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