“Quelli che…a tavola con il web”, un evento unico in Italia, il convegno che ha riunito sotto lo stesso tetto del Roxy Palace Hotel di Soave (Vr), personaggi come Carlo Ottaviano direttore editoriale di Gambero Rosso Channel – www.gamberorosso.it, Alberto Lupini direttore responsabile di Italia a Tavola – www.italiaatavola.net, Luciano Pignataro wineblogger e giornalista de Il Mattino – www.lucianopignataro.it, Mario Busso curatore della guida Vini Buoni d’Italia Touring – www.vinibuoni,it,, Manuela Laiacona di www.cronachedigusto.it, Angelo Peretti di www.internetgourmet.it e Piero Rotolo, direttore della nuova rivista che è stata presentata durante la tavola rotonda e del cui team faccio parte anch’io: Egnews.
La domanda clou attorno a cui è ruotato il dibattito, moderato da Fabio Piccoli, direttore editoriale di Egnews, è stata: qual è lo stato attuale dell’informazione enogastronomica online in Italia?
Secondo Fabio Piccoli: “è necessario fermarsi a riflettere e confrontarsi per costruire un’informazione libera ed utile al settore agroalimentare che è leva strategica nell’ambito economico”.
Secondo Piero Rotolo, direttore di Egnews: “Non esiste mezzo più democratico del web, però si comunica molto e si informa poco. Si deve tenere conto che gli internauti sono in aumento, è un mondo in costante evoluzione e i giornali si ritrovano costretti a stare dietro a questi cambiamenti per capire come comunicare”.
Per Manuela Laiacona: “c’è parecchia confusione nell’informazione enogastronomica online, e noi che produciamo informazione dobbiamo essere prima di tutto tempestivi e e credibili”.
Invece per Lupini l’informazione sul web è ciò che uno cerca e spesso si superano i confini dell’informazione corretta. E chiama in causa la correttezza del dato, pilastro su cui si basa la credibilità dell’informazione. E allora ribadisce che in questa confusione mediatica “c’è un metro per definire i contorni dell’informazione: quante volte ti hanno smentito, ecco l’autorevolezza”.
Luciano Pignataro è d’accordo con Lupini sull’argomento autorevolezza e afferma che lo stato dell’informazione enogastronomica riflette lo stato dell’informazione italiana. E continua dicendo che sono pochi gli editori che investono sulla qualità, e il copia-e-incolla è ormai all’ordine del giorno.
Carlo Ottaviano invece afferma, senza peli sulla lingua, che lo stato dell’informazione in Italia è pessimo. “Gli editori stanno tirando i remi in barca in tutti i settori dell’informazione. La situazione è decisamente drammatica. Il problema non è tanto internet, ma il modo pessimo con cui abbiamo utilizzato il nostro diritto all’informazione, che attualmente viene utilizzata secondo il modello broadcast, attraverso una comunicazione unilaterale dove non si sviluppa un dibattito che contribuisce all’arricchimento della stessa informazione”.
Invece per Angelo Peretti: “il web non fa che discutere di quanto uscito sui giornali tradizionali. Mai come oggi la comunicazione va vista come comunicazione integrata. Bisogna riflettere sullo stato del mezzo in sé, perché il digital divide è ancora troppo arretrato. E per lavorare bene nel web è necessario segmentare e non avere l’illusione di avere davanti una platea enorme. Perché io temo che la maggioranza di chi opera in questo settore non abbia questa consapevolezza”.
Mario Busso afferma: “Ci troviamo in un grande far west, dove le regole non esistono e chi spara più veloce e con la canna più grossa ha la meglio. E soprattutto c’è tanto narcisismo, si parla tanto e sempre degli stessi personaggi e si usa troppo il copia-e-incolla”.
In conclusione da questo dibattito è emerso che la comunicazione va vista in forma completa: tv, carta stampata e web sono tutt’uno al cui interno scorrono i contenuti e si sviluppano. Se la tv resta il mezzo più accessibile e più immediato, la carta stampata e il web gli stanno appresso. E’ quindi necessario andare incontro al cambiamento in modo propositivo e positivo perché il web favorisce il contatto diretto con i lettori e gli utenti. Comunque sia la competenza di chi fa informazione e comunicazione resta il vero metro che misura la qualità e l’autorevolezza.
Alla fine della tavola rotonda c’è stato un buffet con degustazione di prodotti come i salumi Levoni, il Grana padano, lo spumante TrentoDoc, le ostriche del Consorzio Pescatori di Goro, la grappe dei Fratelli Brunello e i grandi Cru Soave del Consorzio che ci ha ospitato in queste due giornate speciali.
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