Con un pranzo dedicato solo a pochi giornalisti del settore, è stato presentato a Milano Contrada Santo Spirito Etna Rosso Doc 2015, il nuovo vino della cantina Palmento Costanzo. L’etichetta prende il nome dall’omonima località, nel borgo di Passopisciaro, sul versante nord dell’Etna, zona ad altissima vocazione vitivinicola, ad un’altitudine di 700-800 metri s.l.m., su suoli composti per il 70 % da sabbie vulcaniche nere e brune e per la parte restante di sassi e rocce effusive. Il vino è il risultato di un assemblaggio di Nerello Mascalese 90% e Nerello Cappuccio, attraverso un’accurata selezione dei grappoli raccolti a mano da vigne secolari allevate ad alberello (tutti sostenuti da pali di castagno). Ne sono state prodotte solo cinquemila bottiglie dalla vendemmia 2015, effettuata tutta a mano a fine del ottobre.
“Questo nuovo vino, commenta Valeria Agosta, titolare della cantina insieme al marito Mimmo Costanzo “rappresenta il vertice della nostra produzione ed esprime l’anima più profonda del nostro terroir, in cui è fondamentale il legame con l’Etna: abbiamo perciò selezionato le vigne più antiche (spesso con oltre un secolo di vita) e abbiamo prestato la massima cura a ogni particolare, per ottenere un prodotto del quale siamo orgogliosi”.
La fermentazione è avvenuta in tini tronco-conici di rovere francese. Fino a venti giorni di macerazione sulle bucce. La maturazione avviene per un periodo di 18-24 mesi in OVUM , tini dalla forma ovoidale nei quali si ha un batonnage naturale grazie ai moti convettivi che muovono lentamente il vino all’interno. Successivo affinamento di almeno otto mesi in bottiglia.
“Il nostro obiettivo, spiega Nicola Centonze, enologo della maison, è quello di valorizzare le specificità del nostro territorio, assecondando la natura in modo poco invadente”.
Palmento Costanzo coltiva 12 ettari di vigne, di cui 10 di proprietà, sulle pendici del versante settentrionale dell’Etna: oltre cento terrazzamenti, a un’altitudine che va dai 650 agli 800 metri s.l.m., a Passopisciaro, frazione di Castiglione di Sicilia, appartenente al circuito dei borghi più belli d’Italia. I vitigni allevati sono Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante e Catarratto. La produzione complessiva è di circa 100.000 bottiglie (delle quali il 40% va all’export), che si declinano in una gamma di sei etichette: Mofete Etna Bianco, Mofete Etna Rosato e Mofete Etna Rosso della linea classica, da vigne più giovani, che non superano i 30 anni d’età; e Bianco di Sei Etna Bianco e Nero di Sei Etna Rosso della linea superiore, da vigne più vecchie, con alcune piante di età superiore ai 100 anni. Tutti i vini prodotti rientrano nell’ambito della Doc Etna e sono certificati “Bio”. Particolarissime le etichette stampate con pigmenti di polvere lavica.
Location del debutto in società del Contrada Santo Spirito è stato il ristorante di Filippo La Mantia, oste e cuoco, che ha preparato un menu tutto siciliano da abbinare anche agli altri vini dell’azienda. Il pranzo è iniziato con le panelle accompagnate dai formaggi piacentino ennese e ragusano, dalle famose arancine, rigorosamente al femminile vista la provenienza palermitana del padrone di casa, poi busiate al ragù di coniglio, arrosto panato con zucca arrosto e patate al forno. E infine una golosa torta Savoia.
Veramente una bella festa per celebrare l’ultimo nato della Palmento Costanzo.
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