a - photo credits @isabellaradaelli
Ristoranti

Sedicesimo Secolo, ma cucina del ventunesimo

E’ una strada tutta in ascesa quella di Simone Breda e Liana Genini. S’incontrano alla scuola alberghiera di San Pellegrino, lui aspira a diventare chef e lei maîtresommelier, e non si lasceranno più. Un cammino che li porterà a lavorare in alcune delle migliori cucine in Italia e all’estero, a cominciare dall’Albereta con il Maestro Gualtiero Marchesi, passando per Moreno Cedroni, fino a Crans Montana nello stellato La Table d’Adrien e poi all’hotel l’Art de Vivre. Un pit stop a Torino al ristorante Spazio 7 nella Galleria d’Arte Contemporanea di Re Rebaudengo e poi nel 2016 la grande svolta: l’apertura del Sedicesimo Secolo, il loro ristorante gourmet a Pudiano, frazione di Orzinuovi, a pochi chilometri da Chiari paese natale di Simone.

Sedicesimo Secolo come l’edificio che ospita il locale, le ex scuderie del castello, che sono diventate due accoglienti sale, dove i pavimenti originali in cotto e i soffitti a volta di mattoni si fondono alla perfezione con l’arredo contemporaneo curato da Liana che, con garbo e competenza, gestisce la sala e consiglia gli ospiti nella scelta del vino.
La cucina di Simone Breda, classe ’85, è armoniosa, semplice, immediata, “quello che ti aspetti è”, ma con dietro un grandissimo studio. Una cucina del territorio evoluta, con tante contaminazioni del vissuto dello chef. Nel piatto pochi ingredienti e materie prime soprattutto della zona.

photo credits @isabellaradaelli

Si parte con una serie di amuse bouche: focaccia al pomodoro, sgombro marinato e maionese di aceto; tartare di branzino e maionese alla senape; cialda ai semi oleosi con foie gras e cipolla: e raviolo ripieno di germano e consommé di faraona. Accompagnati da Franciacorta Bosio Satèn.

Decisamente un ottima partenza che prelude il menu degustazione che assaggerò e che inizia con due antipasti: storione, bieta, caviale e salsa di Franciacorta; e scaloppa di foie gras, pera, macadamia e idromele abbinato, ça va sans direa Sauternes Château Bastor-Lamontagne 2010.

photo credits @isabellaradaelli

Si prosegue con i primi: risotto, aglio dolce, prezzemolo e rane, cucinato all’onda (Marchesi docet!) e accompagnato da champagne Bruno Paillard Rosé Première Cuvée.

photo credits @isabellaradaelli

Poi raviolo, coda di vitello, latte di sedano rapa e olio di santoreggia, uno di quei piatti che per me “creano dipendenza” ovvero che ne mangerei in quantità industriali, in questo caso accompagnato da un calice di Riesling dell’azienda Falkenstein.

Un’altra bella sorpresa anche i secondi piatti: merluzzo, cardo e acciughe con Chardonnay della cantina Kreuth di Terlano e pecora bergamasca con prugne all’aceto, Porto e ginepro abbinata a Sfursat Carlo Negri 2016 -Nino Negri.

Si conclude con limone, meringa, mascarpone e olio: un dessert fresco e delicato da gustare con Vermouth di Torino Pio Cesare. Non possono mancare le dolcezze finali: macaron noce di pecan salato, marshmallow allo yogurt e gianduia, carbone all’alloro e tartellette al limone.
La mia cena termina qua. E’ stata un’esperienza indimenticabile: dal cibo al vino, all’accoglienza, e non poteva che essere così, visto che dopo 32 mesi dall’apertura, il 16 novembre 2018, il ristorante Sedicesimo Secolo ha conquistato la sua prima Stella Michelin, riconfermata anche per il 2020.

Sedicesimo Secolo
Via Gerolanuova 4
Pudiano – Orzinuovi
Tel. 030 5636125
347 9873877

P.S. Bravi, giovani, propositivi. Continuate così!

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