Tamborini photo credit @isabellaradaelli
Vino

Tamborini Vini presenta il Merlot declinato in cinque

“Un’ESPErienza forse un po’ OSE’, ma certamente D.A. degustare e assaporare in rispettoso SILENZIO.”

Con questo gioco di parole, l’azienda vitivinicola Tamborini ha presentato i suoi nuovi vini. Tutti accomunati dalla stesso vitigno: Merlot, ma differenti tra di loro. Ogni anno la casa presenta delle novità che arricchiscono la sua produzione.

degustaziONE photo credit @isabellaradaelli

La degustazione è avvenuta presso la sede dell’azienda vitivinicola in grande ampio e luminosa sala alla presenza del proprietario Claudio Tamborini, del nipote Mattia Bernardoni direttore, del sommelier Marco Rasetti  e dell’enologo Luca Biffi.
Il primo vino presentato è stato ESPE 5 2019, Merlot vinificato in bianco, color giallo paglierino carico con una leggera velatura, ampio e fragrante, fruttato con aromi di frutta bianca come pesca e pera, e floreale (tiglio e acacia). Un vino dove c’è molta natura e poca tecnica, adatto come aperitivo con salumi e pesce di lago. Niente solforosa e passaggio in barrique che si sente.

Mattia Bernardoni e Claudio Tamborini

Novità assoluta e inusuale per il territorio è Osé d’Hiver Riserva 2018, un vino che richiama i rosé provenzali, dal color buccia di cipolla scarico, (un sommelier ha affermato che i vini rosati sono di questo colore!). Intenso, persistente, di struttura, 100% Merlot, metodo saignée, prodotto solo in magnum che ne esalta la potenzialità, al naso sentori floreali di tiglio, e di frutti rossi: ribes e lamponi. In bocca note tostate, di vaniglia e frutta. Fermentato in barrique francesi nuove e affinato nelle stesse per quindici mesi. Un rosé da bere tutto l’anno e che, oltre ai tradizionali abbinamenti con pesce, antipasti e formaggi freschi, si accosta benissimo anche a carpacci di carne, paste con sughi di verdure, risotti, carni bianche e formaggi di alpeggio di media stagionatura.
Il terzo vino è nato l’anno scorso, ma ha già fatto parlare di sé vincendo la medaglia d’oro al Mondial du Merlot del 2019. E’ Silenzio 2016, Merlot in purezza, Cru del Cru, le cui uve provengono dalla storica tenuta Vallombrosa a Castelrotto, considerata la culla del Merlot in Ticino, nella zona “Il Silenzio” da cui deriva il nome. Un vino elegante, di un bel color rosso rubino intenso con riflessi violacei, giovane, ampio ed esuberante, dai tannini eleganti. Al naso un ampio ventaglio aromatico: dalla frutta matura e bacche rosse alle note speziate, cacao e tabacco, mentre in bocca, dopo un attacco deciso, avvolge il palato con la sua grande complessità. Vino adatto con carni rosse alla griglia, selvaggina e formaggi d’alpeggio ben maturi.

Tamborini Vini - photo credit @isabellaradaelli

D.A. 2017, che sta per Doppio Appassimento, nato per “sbaglio” come tutte le grandi invenzioni: Mattia Bernardoni voleva creare un vino rosso dolce con uve Merlot (un progetto tuttora da sviluppare). Scelsero quello da vigne impiantate 35 anni fa sulla collina di San Zeno, nel comune di Lamone, ma le cassette dell’uva furono “dimenticate” nel locale appassimento per 32 giorni, ossia il doppio del tempo normale e grazie a questo “errore” è nato D.A. Un vino da meditazione, una sorta di Amarone vecchio stile, che si adatta magnificamente a brasati di manzo e civet di selvaggina o a grandi formaggi stagionati, di alpeggio, blu o erborinati.
E infine un’altra chicca: ESPE 7 2108, 100% Arinarnoa, proposto per la prima volta in assoluto in purezza, vitigno ottenuto nel lontano 1956 da un enologo bordolese di origini basche, dall’incrocio tra Tannat e Cabernet Sauvignon. Color blu sangue, sentori di frutta scura come ribes, ciliegia, ma anche cacao, fava tonka, incenso e liquirizia. Un vino elegante e diverso dal solito, dai tannini netti, con una buona complessità e potenzialità nel tempo. Affinato per 15 mesi circa in barrique nuove. Si sposa bene con grigliate di carne ma anche con formaggi di media stagionatura.
Tamborini Vini è una realtà familiare fondata nel 1944 da Carlo Tamborini, padre di Claudio, entrato in azienda  alla fine degli anni ’70, e giunta alla terza generazione con sua figlia Valentina e con il nipote Mattia Bernardoni.
Sono circa 30 gli ettari di vigneti, di cui 5 in affitto e il restante di proprietà, nei comuni di San Zeno, Gudo e Porza tra Bellinzona e Lugano, Lamone-Origlio, Neggio e Castelrotto, e coltivati soprattutto con uve Merlot.

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